Sul Finire degli anni ’40, nella east cost statunitense, mentre gli afroamericani prendevano sempre più consapevolezza della loro coscienza rivendicando i propri diritti, anche il Jazz subiva una forte e decisa mutazione.
Sulla scia del Cool Jazz e del Be-Bop, i musicisti neri rivitalizzarono il sound primordiale condendo il tutto con un po’ di ritmo swing, gospel e blues. Si affermò così, negli anni ’50, quello che sarà definito Hard Bop.
Le caratteristiche forti e graffianti di questa nuova frontiera del jazz erano l’emblema del sentimento deciso e arrabbiato che la comunità di colore aveva in quegl’anni in america. Il Quintetto di Clifford Brown e Max Coach, il sestetto con il sax, tromba e trombone di Art Blakey erano tra i più celebri portavoce di questo movimento, accompagnati anche da musicisti del calibro di Adderly, Gordon, Evans e Sonny Rollins.
L’Hard Bop sarà il primo diretto antenato del Funky, del Soul e del Rhythm and Blues che ruberanno la scena negli anni a venire.
Domani sera al Coffee Pot di Trastevere, in via Via del Politeama 12, a partire dalle ore 21:00, oltre ad assaggiare la meravigliosa cucina fusion tra giappone e messico nemmeno fossimo in un jazz club di Soho, il tutto innaffiato da ottimi drink, potremo ascoltare tutto l’Hard Bop che meritiamo.
Dopo il live dei 3 musicisti, DJ Solko ci accompagnerà con una selezione di Vinili in linea con il genere proposto fino a che non verremo educatamente cacciati.
Coffee Pot Trastevere
Via del Politeama 12
21:00 — 22:30
Ingresso gratuito
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