#CircoloDisagio si pronunzia sulla Finale del Festivàl
Dobbiamo porgere delle scuse. Per un attimo vogliamo fare le persone serie. Cospargiamo il capo di cenere e attiviamo la nostra Modalità Pentimento nei confronti dello stagista che ieri sera con celeri manine si nascondeva dietro l’account twitter del Corriere.it . Siamo stati affrettati e malvagi a chiamarti “merda” per iscritto. Solo perché dieci minuti prima che Fazio proclamasse il vincitore hai twittato il nome di Arisa rovinando la sorpresa ai telespettatori che hanno aspettato cinque serate discutibili solo per provare quel brivido tipico che precede l’apertura delle buste. Tutte. Dal superpremio agli oscar. Scusa. Scusa stagista. Perché ci hai rovinato la sorpresa, ma a pensarci bene, una volta scoperti i tre nomi dei finalisti, sarebbe bastato semplicemente inserirli nell’algoritmo prestabilito. Il risultato sarebbe stato quello ufficiale. Sono anni che la stessa formula si ripete.
PRIMO CLASSIFICATO: la metafora nazionale. [ ] inserire nell’apposito spazio il nome del cantante che interpreta la canzone meglio rappresentativa della situazione del Paese in quel momento. Un esempio valido è la vittoria di Emma Marrone nel cuore del Governo Monti, una canzone che parlava di crisi e difficoltà economica, ma tanta voglia di sacrificarsi per superarla con morigeratezza e perbenismo.
SECONDO CLASSIFICATO: Lo sperimentale. [ ] da Renzo Arbore a Elio e le Storie Tese, il secondo classificato è in genere selezionato tra quelli che hanno presentato al Festivàl una canzone nuova, ironica, provocatrice o semplicemente diversa e che preveda la presenza di un trentenne con la maschera di Spiderman in faccia, sperimentale appunto. Un secondo posto come a dire: lo apprezziamo, siamo aperti, ma non potete vincere perché la tradizione è la tradizione, e noi siamo persone serie senza ironia, a meno che non abbiamo bevuto un bacardi breezer, e allora siamo ubriachi. Inserire nome, dunque, dell’artista sperimentale di turno.
TERZO CLASSIFICATO: Quello che vende e che passano in radio. [ ] il terzo classificato è più difficile da individuare a priori, in genere è quello che meglio incarna il concetto di canzonetta pop italiana, non eccessivamente melodrammatica, non per forza d’amore, ma neanche tanto sperimentale da arrivare seconda. In ogni caso, una volta posizionati i nomi dei primi due, il terzo viene di conseguenza e il pronostico è fatto. Inserire nome di quello che vi avanza.
È stato proprio in base a questo algoritmo che, dopo la prima classifica provvisoria della terza serata, abbiamo raccomandato alle nostre madri di non giocarsi la vittoria di Renga sulla schedina. Che comunque le scommesse non funzionano così, che punti sul tuo preferito, ma sul risultato di una serie di calcoli. Siamo riusciti allora a deviare le nostre genitrici su un nome altro. Arisa. Arisa come Metafora Nazionale. E oggi abbiamo tra le mani trentasei euro da mettere da parte per pagarci gli avvocati di Circolo Disagio.
Ma analizziamo meglio il testo della canzone che ha vinto la sessantaquattresima edizione del Festival della Maggioranza Silenziosa: Controvento è chiaramente una canzone renziana.
Anzi, possiamo addirittura dire che abbiamo ragione di credere che sia stata scritta direttamente da Matteo Renzi.
Io non credo nei miracoli, meglio che ti liberi meglio che ti guardi dentro.
Questa vita lascia i lividi, questa mette i brividi certe volte è più un combattimento.
C’è quel vuoto che non sai, che poi non dici mai, che brucia nelle vene come se
Il mondo è contro te e tu non sai il perché, lo so me lo ricordo bene.
Qui Matteo ce l’ha chiaramente con il povero Enrico Letta: i lividi causati dal combattimento per la Presidenza del Consiglio non passeranno certo a breve e continueranno a bruciare nelle vene ancora per un po’. Matteo, appunto, se lo ricorda bene, l’esperienza delle primarie perse gli è servita da lezione.
lo sono qui
Per ascoltare un sogno
Non parlerò
Se non ne avrai bisogno
Ma ci sarò
Perché così mi sento
Accanto a te viaggiando controvento
Risolverò
Magari poco o niente
Ma ci sarò
E questo è l’importante
Il ritornello invece si rivolge a tutti noi. Controvento è chiaramente un messaggio subliminale che ammicca a #CambiaVerso, lo slogan di Renzi durante le ultime primarie. «Non parlerò, se non avrai bisogno» è un riferimento a #MatteoRisponde, l’hashtag che compare una volta al mese e ambisce a essere una sorta di Nuovi Stati Generali, nell’ambito della quale Matteo si concede ai propri fan e risponde alle loro domande.
Infine l’apoteosi realista, con una consapevolezza importante: «risolverò magari poco o niente, ma ci sarò». Un governo nato all’insegna dell’ottimismo. È questo l’importante.
Dopo questa analisi del testo è molto più chiara anche l’affermazione renziana: non prenderò molto tempo, non vorrei farvi perdere Sanremo, enunciata in occasione della presentazione del nuovo team di ministri. Che intendesse forse: non vorrei perdermi Sanremo? Stasera ho una canzone in gara?
Da #Sanremo2014 è tutto, #CircoloDisagio vi ringrazia. Un augurio particolare va al Corriere.it. Nella speranza che la soffiata sulla vittoria di Arisa possa almeno essere utile alla consegna di un Pulitzer. Per noi ha già vinto il premio #Disagio dedicato alla memoria di Benny Hill.