Triste, dolce e storta come la vorrebbe Tom Waits.
Sul finire dei suoi primi dieci anni, qui compiamo una piccola rivoluzione, abbandonando il nostro formato classico – quello del magazine culturale a cadenza vagamente quotidiana – per presentare ogni mese un solo saggio e un solo racconto. Da queste pagine 24 autori ogni anno proporranno il loro filtro sul reale, manipolando inevitabilmente la personalità di Dude mag: ed è una cosa che ci rende enormemente curiosi.
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Triste, dolce e storta come la vorrebbe Tom Waits.

Quando vederlo: lunedì. Orario: 2-3 del mattino. Cosa mangiare: pancakes inondati di sciroppo d’acero con bicchierone di latte freddo. Per una visione senza audio: Veckatimest.

Blue Valentine, Derek Cianfrance
USA – 2010

Quando vederlo: lunedì
Orario: 2-3 del mattino
Cosa mangiare: pancakes inondati di sciroppo d’acero con bicchierone di latte freddo
Per una visione senza audio: Veckatimest dei Grizzly Bear.Potrebbe sembrare banale.
La solita storia d’amore che finisce e che sembra essere il motore di migliaia di film dall’avvento del cinematografo ad oggi.
Questa è la storia di Cindy e Dean.
Si incontrano in un ospizio, si parlano su un’autobus, realizzano di essersi innamorati quando tutto sta andando storto e come si sa quando le cose iniziano male è difficile che finiscano nel migliore dei modi. Avranno una sola notte per decidere delle loro sorti.
Questo non è un film d’amore, è un film d’abbandono.

Abbandono ad un ineluttabile destino, abbandono del “se”, abbandono delle proprie aspirazioni.Niente di romantico o proprio per l’utilizzo di un linguaggio realistico e a tratti spicciolo, la poesia più sublime si riconosce negli anfratti più remoti della pellicola.
Niente di tragicamente “stiloso” come alcuni eroi ed eroine della Coppola.
Questo gioiellino indipendente non ha una distribuzione in Italia e quindi poco o quasi niente si sa; se n’è sentito parlare grazie alla nomination che si è guadagnata Michelle Williams come migliore attrice protagonista all’ultima edizione degli Oscar, la seconda dopo quella per “I Segreti di Brokeback Mountain”. Dalla sua irruzione sul grande schermo si è subito scrollata di dosso il personaggio della teenager gaudente di “Dawson Creek”.
Poco si sa anche del regista Derek Cianfrance, qualche corto, qualche serie tv, documentari ed il film “Brother Tied” del 1998 anche questo mai visto nei cinema nostrani. “The Place Beyond the Pines” è il progetto, al momento in pre-produzione, che vede nuovamente Gosling e Cianfrance insieme: uscita prevista per il 2013.
Elementi principali nella narrazione sono Brooklyn nei suoi angoli più sconosciuti e lo scorrere del tempo. Nessun artefizio. Cianfrance alterna il passato e il presente con due stili visivi differenti: un digitale in alta definizione per il presente e un 16 mm “d’antan” per raccontare i flash back.
La “mise en scene” si insinua in punta di piedi nella narrazione, per dare la sensazione di sbirciare dal buco della serratura e ricordare sempre che queste cose succedono, succedono agli altri (oppure no?). Eppure non si può fare a meno di provare empatia, metterci qualcosa della propria emotività.

Cianfrance e gli sceneggiatori sembrano volerci raccontare questa storia come novelli esponenti di “verismo” cinematografico. Tutto deve essere “impersonale” e il regista deve porsi in un’ottica di distacco nei confronti dei personaggi e dell’intreccio del racconto; (in)consapevole che la sua “impersonalità” cinematografica deve essere il perno di questa narrazione distaccata, rigorosamente attraverso inquadrature in “terza persona”, tagli oggettivi, privi di commenti o intrusioni d’autore che potrebbero, in qualche maniera, influenzare il giudizio che lo spettatore-lettore si crea a proposito di un determinato evento, di una determinata scena, di un determinato personaggio.
L’inquadratura “riporta” la storia, rivela l’accaduto, ma solo chi “guarda” puòdeve scegliere l’angolazione di ciò che accade.
Sono gli spettatori che diventano parte attiva e si sostituiscono al “giudizio” del regista: non più semplici consumatori di immagini e pop corn, ma “osservatori” indecisi.
Chi è la vittima e chi è il carnefice?
Forse non tutto è come sembra?
Per prepararsi alla parte Gosling e Williams hanno praticato un periodo di convivenza per sperimentare le ripercussioni emotive di un rapporto fatto di quotidianità ed isolamento.
Una recitazione perfettamente accordata quella di Gosling già nominato dalla accademy nel 2008 per la virtuosa interpretazione dell’insegnate tossico di “Half Nelson” (anche questa meraviglia si è vista solo un paio di volte sul satellitare o nelle rassegne in giro per lo stivale).
Non sono solo i registri interpretativi che cambiano a sorprenderci, ma anche la trasfigurazione fisica che l’attore imprime a Dean, un abbrutimento fisico e morale, una metafora corporea del sonno della ragione: un uomo rassegnato e stanco, un uomo “moderno” tendente al vuoto esistenziale. Nessuna possibilità di redenzione o di riscatto per lui. Si è addormentato anni indietro e nessuno si è ricordato più di svegliarlo. Anche alla fine, quando il lungo pianto liberatorio sembra riportarlo alla durezza della vita, in realtà quello che piange è il bambino che vede finire la sua innocenza.
Di grandissimo impatto la colonna sonora curata da una delle più interessanti band di questi ultimi anni: i Grizzly Bear. Molte delle canzoni sono tratte dal loro ultimo lavoro Veckatimest del 2009, altre sono ri-arrangiamenti strumentali delle stesse.
Cianfrance durante le riprese ascoltava e faceva ascoltare al cast i pezzi (e siccome io non voglio essere da meno faccio la stessa cosa nel momento in cui scrivo).
Una canzone è composta da Ryan Gosling, che è anche un ottimo compositore e polistrumentista con la mania per i fantasmi e le storie truculente (cercatevi i Dead Man’s Bones). La canzone è stata utilizzata per intero anche nel trailer americano.
L’altra, You and Me dei Penny & the Quarters è un brano che realmente scelse Gosling come dono alla sua collega.

In un flashback Dean regala un cd anonimo a Cindy dicendole di aver trovato la loro canzone e per realizzare questa scena Cianfrance lasciò a Gosling la scelta del pezzo chiedendogli di non rivelare alla collega la sua scelta. Quello che si vede in quella scena è la reazione della Williams, mentre si accorge di ascoltare la canzone che il suo collega ed amico ha scelto per lei.

Jenny Japanapart
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