Listone 2016 | Libri
Sul finire dei suoi primi dieci anni, qui compiamo una piccola rivoluzione, abbandonando il nostro formato classico – quello del magazine culturale a cadenza vagamente quotidiana – per presentare ogni mese un solo saggio e un solo racconto. Da queste pagine 24 autori ogni anno proporranno il loro filtro sul reale, manipolando inevitabilmente la personalità di Dude mag: ed è una cosa che ci rende enormemente curiosi.
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Listone 2016 | Libri

3 saggi italiani, 3 romanzi italiani, i miglior 8 incipit di un romanzo, 8 saggi stranieri.

In questo listone curato da Matteo Moca e Gilles Nicoli troverete ventidue suggerimenti: 3 saggi italiani, 3 romanzi italiani, i miglior 8 incipit di un romanzo, 8  saggi.

 

3 saggi italiani

 

Lettori selvaggi (Giunti) di Giuseppe Montesano

Un libro sui libri e sulla loro importanza. Ma anche sull’importanza della cultura nella vita. Senza toni cattedratici o da mago della letteratura, Montesano crea un’opera tanto ciclopica quanto bella, un itinerario che parte dalla preistoria e dai suoi artisti senza nome e che, passando dalla cultura classica e moderna, giunge sino a Borges e Bolano. Un canone in tono minore, ma non per questo meno importante. [M. M.]

 

Che cos’è reale? (Neri Pozza) di Giorgio Agamben

Quaranta anni dopo l’inchiesta di Sciascia, Giorgio Agamben torna ad analizzare l’oscura vicenda di Ettore Majorana, il fisico scomparso nel nulla nel 1938. Il filosofo della sacralità, segue un itinerario legato alle leggi della fisica quantistica e, attraverso un’analisi minuziosa, formula una nuova ipotesi: che Majorana volesse introiettare nella sua persona le regole dell’universo probabilistico della fisica. [M. M.]

 

Lev Tolstoj. Il coraggio della verità (Edizioni della sera) di Roberto Coaloa

Sentivamo l’urgenza di un altro libro su Tolstoj? No se, come molti, avesse continuato ad accumulare storie arcinote, sì se, come è il caso del libro di Coaloa, avesse offerto qualcosa di nuovo sullo scrittore. Quella di Coaloa non è una classica biografia, ma piuttosto un intreccio di temi fondamentali nella vita di Tolstoj, come la sua riflessione sul pacifismo, sull’amore per il bello e la verità. [M. M.]

 

3 romanzi italiani

 

Il cinghiale che uccise Liberty Valance (minimum fax) di Giordano Meacci

La storia di un cinghiale che prova sentimenti simili a quelli degli uomini ma che manca della caratteristica principale: la voce per esprimersi. Il romanzo di Meacci, ambientato in una terra fantastica tra Umbria e Toscana, è un libro dove la sua abilità di narratore trova la sua massima espressione, arricchita da una lingua e uno stile più unico che raro oggi. [M. M.]

 

La prima verità (Einaudi) Simona Vinci

Il migliore, o almeno “tra i”, narratoti italiani contemporanei. Premio Campiello e Volponi per un romanzo necessario e indispensabile, uno di quelli che rimarrà anche oltre le mode e il cicaleggiare letterario. Una storia violenta e disturbante, un racconto che narra degli ultimi e dei dimenticati, degli esclusi dalla storia rappresentati qui con spietata bellezza. [M. M.]

 

Addio (Chiarelettere) di Angelo Ferracuti

Non si tratta di un romanzo ma di un reportage dalla Sardegna dimenticata, quella di posti lontani dalla popolarità, come Carbonia, Iglesias e la zona del Sulcis. Ferracuti scrive “il romanzo del lavoro”, alla ricerca dell’identità perduta del lavoro, inteso qui, e in gran parte dell’opera di Ferracuti a dire il vero, come elemento fondante anche di una letteratura “civile” che racconti la vita, le lotte e il sangue dei lavoratori. [M. M.]

 

8 incipit di un romanzo

 

Le ragazze di Emma Cline, traduzione di Martina Testa

Alzai gli occhi per via delle risate, e continuai a guardare per via delle ragazze.

L’esordio di Emma Cline è molto bello e tutto sommato riesce a non deludere nonostante l’eccezionale hype che ne ha preceduto l’uscita; ben inserita in una trama che si ispira a fatti realmente accaduti, la gioventù della protagonista servirà anche alla ricostruzione di un’epoca.  Si tratta ad ogni modo di un romanzo tutt’altro che perfetto, al contrario della frase con cui si apre. [G. N.]

 

Eccomi di Jonathan Safran Foer, traduzione di Irene Agibail Piccinini

Quando la distruzione di Israele ebbe inizio, Isaac Bloch stava meditando se suicidarsi o trasferirsi alla Casa ebraica.

Quando si dice mettere della carne al fuoco. La distruzione di Israele è una minaccia chiaramente presentata come un simbolo interno al romanzo, dove ad essere minacciato di distruzione c’è anche un matrimonio, ma in modo più sottile è un evento immaginario che evoca altri scenari molto attuali. In Eccomi c’è poi tanto, tanto di più. L’unico vero (grande) romanzo famigliare di questa lista. [G. N.]

 

Lo schiavista di Paul Beatty, traduzione di Silvia Castoldi

So che detto da un nero è difficile da credere, ma non ho mai rubato niente. Non ho mai evaso le tasse, non ho mai barato a carte. Non sono mai entrato al cinema a scrocco, non ho mai mancato di ridare indietro il resto in eccesso a un cassiere di supermercato, incurante delle regole del mercantilismo e delle prospettive di salario minimo. Non ho mai svaligiato una casa, né rapinato un negozio di alcolici. Non mi sono mai seduto in un posto riservato agli anziani su un autobus o su un vagone della metropolitana strapieni, per poi tirare fuori il mio pene gigantesco e masturbarmi fino all’orgasmo con un’espressione depravata e un po’ avvilita sul volto.

Così si vince il Man Booker Prize. Queste prime righe sono l’adeguata introduzione ad un romanzo iperbolico e spassoso che dice molto sull’America di oggi, paese tutt’altro che “post-razziale”, come si pensava invece all’inizio della presidenza Obama. Ottimo ma non per tutti i gusti. [G. N.]

 

Nessuno scompare davvero di Catherine Lacey, traduzione di Teresa Ciuffoletti

Forse a questo mondo ci sono persone che riescono a leggere nel pensiero anche senza volerlo, e se esistono persone così è molto probabile che mio marito sia uno di loro.

La trama è tra l’esile e l’inesistente, lo stile è indimenticabile: la prima frase ne offre appena un assaggio. Nessuno scompare davvero è quel tipo di libro, tutt’altro che comune, di cui ti resta qualcosa dentro a distanza di settimane, mesi, anni. Catherine Lacey ha già pronto il suo secondo romanzo e la sua prima raccolta di racconti, e io non vedo l’ora di leggerli. [G. N.]

 

Il simpatizzante di Thanh Nguyen Viet, traduzione di Luca Briasco

Sono una spia, un dormiente, un fantasma, un uomo con due facce. E un uomo con due menti diverse, anche se questo probabilmente non stupirà nessuno.

Un incipit che va a braccetto con il titolo. La singolare e appassionante vicenda del protagonista è una storia intrisa di ambiguità e dilemmi morali; e nella doppiezza del rivoluzionario marxista infiltrato nella patria del capitalismo si nascondono a loro volta molte altre anime, non necessariamente di finzione. Per i più distratti: ha vinto il premio Pulitzer. [G. N.]

 

Purity di  Jonathan Franzen, traduzione di Silvia Pareschi

– Oh, micetta, come sono contenta di sentire la tua voce, – disse la madre della ragazza al telefono. – Il corpo mi tradisce di nuovo. A volte penso che la mia vita sia solo una lunga serie di tradimenti corporali.

Franzen sceglie il più classico degli incipit in medias res. Ci sarà tempo per arrivare poi anche dritti al cuore di diverse vicende, sia storiche, nei giorni della caduta della DDR, che personali, nelle dinamiche di coppia di due personaggi straordinari. Resta l’impressione che sia un romanzo distopico per caso .[G. N.]

 

La scuola cattolica di Edoardo Albinati

Fu Arbus ad aprirmi gli occhi. Non che prima li tenessi chiusi, ma di quello che i miei occhi vedevano non potevo affatto essere sicuro, forse erano immagini proiettate per illudermi o rassicurarmi, e io non ero capace di nutrire dubbi sullo spettacolo che mi veniva offerto ogni giorno e che viene chiamato la vita.

Possiamo dire che questo romanzo, che poi davvero un romanzo non è, sarebbe stato migliore con due o trecento pagine in meno? Le prime due frasi sono un ottimo esempio del rapporto che c’è tra narrazione delle vicende e riflessioni su di esse. Ma ha vinto il Premio Strega lo stesso, e in ogni caso la fatica con cui si arriva a certi passaggi (una gita al lago, un diario ritrovato) viene sempre ripagata con gli interessi. Ha la più bella copertina del 2016. [G. N.]

 

Il re dell’uvetta di Fredrik Sjöberg, traduzione di Fulvio Ferrari

La mia insegnante di cucito era un po’ una filosofa. Era il 1971. Avevo appena iniziato le medie a Västervik, in una scuola che all’epoca si chiamava in un altro modo, ma che oggi è intitolata a Ellen Key, una dei pochi abitanti della regione a essersi guadagnata a buon diritto la celebrità. Un grande edificio in mattoni, già allora vecchio di cent’anni, nel centro della città.

Un anno dopo L’arte di collezionare mosche, Iperborea torna a pubblicare Fredrik Sjöberg, entomologo nella vita, artista della divagazione in letteratura. Al centro della sua opera ci sono le storie, come dimostra questo incipit; e poi ci sono ironia, disordine, un po’ di autobiografia e tanta passione per le vite di personaggi sconosciuti al grande pubblico: dopo René Malaise, inventore dell’omonima trappola, qui c’è spazio per Gustav Eisen, dalla cui avventura californiana prende il titolo questo libro. [G. N.]

 

8 Saggi: 5 Consigli ai lettori

 

Nuotare con gli squali di Joris Luyendijk, traduzione di Emilia Benghi

Brillante inchiesta giornalistica sul mondo della finanza. Non è la storia di un insider, come Confessioni di un sicario dell’economia. L’autore, completamente a digiuno della materia, fa parlare direttamente i banchieri della City di Londra, andandoli a intervistare e sentendo cosa hanno da dire sulla loro attività e sul loro ambiente di lavoro, senza alcun tipo di pregiudizio. [G. N.]

 

Free di Stephen Witt, traduzione di Vincenzo Latronico

Ci sono un discografico, un ingegnere e un pirata, ma non è una barzelletta. Sono i tre casi, le tre prospettive, da cui parte Stephen Witt per tracciare un quadro della storia della pirateria musicale online, ora che, dopo la chiusura di What.cd avvenuta poche settimane fa, la sua parabola si può considerare più o meno ufficialmente conclusa. [G. N.]

 

Americana di Luca Briasco

Quella del saggio di Luca Briasco è una lettura bella e stimolante come lo sanno essere solo quelle dei libri che conducono per mano verso altri libri. L’amore e la passione dell’autore per la letteratura nordamericana emergono anche dalla scelta di recuperare un po’ del materiale escluso con la pubblicazione di interessanti contenuti extra sul sito di Minimum Fax. [G. N.]

 

Questo è Kafka? di Reiner Stach, traduzione di Silvia Dimarco e Roberto Cazzola

Solitamente autori così popolari sono ben conosciuti dal pubblico: è diverso il caso di Kafka, spesso costretto nella figura stereotipata e monodimensionale dello scrittore geniale, depresso, labirintico e paranoico. Reiner Stach ne propone un ritratto a partire da 99 frammenti, pescando dai suoi romanzi e dalle sue lettere, ma anche da appunti e scritti di chi ha avuto occasione di conoscerlo: al lettore, come suggerisce il titolo, sembrerà di farlo per la prima volta. [G. N.]

 

Al caffè degli esistenzialisti di Sarah Bakewell, traduzione di Michele Zurlo

Considerata l’influenza che il pensiero francese ha avuto sulla cultura anglosassone (lo racconta bene French Theory), non c’è da sorprendersi che uno dei più bei saggi dedicati all’esistenzialismo arrivi da una scrittrice inglese. Le teorie e le vicende biografiche di Sartre, Camus, Lévinas, Merleau-Ponty e compagnia diventano nella scrittura di Sarah Bakewell una cosa sola: in questo libro vita e filosofia non fanno altro che intrecciarsi, proprio come sarebbe piaciuto ai protagonisti delle sue pagine. [G. N.]

 

8 saggi: 3 Consigli ai traduttori

 

Chaos monkeys: obscene failure and random fortune in Silicon Valley di Antonio Garcia Martinez

Il libro che smonta una volta per tutte il mito delle startup. Somiglia molto alla serie tv HBO Silicon Valley, ma qui è tutto vero. L’autore, CEO della startup che ha fondato, ad un certo punto la vende a Twitter, quindi va a lavorare per Facebook. Nel mentre: cause legali, quotazioni in borsa, acquisizioni, e poi sociopatici, opportunisti ed egomaniaci di ogni risma, autore compreso. Avrebbe potuto intitolarsi Paura e delirio nella Silicon Valley. O Non è tutto silicio quel che luccica. [G. N.]

 

Overcomplicated di Samuel Arbesman

Microsoft Office funziona grazie a decine di milioni di linee di codice. Photoshop ha quaranta volte le linee di codice che aveva nel 1990. L’uomo è ancora in grado di comprendere appieno  il funzionamento della tecnologia che ha creato? Che differenza c’è tra complesso e complicato? Samuel Arbesman pone molte domande e cerca di fornire qualche risposta in un libro affascinante, pieno di esempi  e un po’ preoccupante. [G. N.]

 

Discognition di Steven Shaviro

Non sappiamo con precisione che cosa significhi essere coscienti per un essere umano: le neuroscienze hanno diverse teorie in proposito. Ancora più difficile sarebbe provare a descrivere la sensazione di essere cosciente di un organismo unicellulare, di un computer, di un extraterrestre, o di un NPC in un videogioco. Potremmo forse andare a cercare qualche risposta a questi interrogativi nella fantascienza: è quello che fa Steven Shaviro in questo incredibile saggio. [G. N.]

 

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