La Serie A è morta, lunga vita alla Serie A! E pure questa stagione ce la siamo levata dalle pa-ehi, sì, è stata bellissima! Lotta Champions durata fino all’ultima giornata, lotta Scudetto durata un po’ più del solito, lotta salvezza che se fosse durata un altro paio di giornate avrebbe visto il Benevento tipo quarto in classifica.
E invece è finita così, Buffon ha salutato tutti, la Juventus ha vinto il settimo titolo consecutivo (che noia), il Napoli ci ha provato un po’ di più ma niente da fare, chi di Koulibaly ferisce di Koulibaly perisce. A Ferrara si fa festa, a Crotone un po’ meno, mentre l’Inter è tornata in Champions League dopo tanti anni, ai danni di una malcapitata Lazio. E nei bar? Nei bar che si dice? Perché non è stato dato il rosso a Pjanić? Perché il Presidente del Consiglio non è stato eletto da nessuno? E, soprattutto, Renzi ke fa?
Vabbè, a questo punto si aprirebbero le polemiche, la questione arbitri, la VAR, le sviste, la canzone di Elio e le Storie Tese e tutte cose che qui non interessano. Qui si parla di souvenir. Di cartoline. Ecco cosa ci ha lasciato questo girone di ritorno:
Parliamo un po’ di Diabaté. Uno che a 30 anni è arrivato in una squadra ormai spacciata e ha segnato 8 gol. Uno che si è rimesso in gioco. Parliamo un po’ di Diabaté: 194 centimetri e una doppietta contro la Juventus. Parliamo un po’ di Diabaté. Si è caricato il Benevento sulle spalle, come si può vedere da questa cartolina.
#serieapremium#BeneventoJuve 51′: #Diabaté stacca più in alto di tutti e pareggia di nuovo i conti al #Vigorito con un gran gol che vale il 2-2 #Benevento. pic.twitter.com/bdvCQVJNFS
— PremiumSportHD (@PremiumSportHD) 7 aprile 2018
Giaccherini vi saluta. Ehi, c’è Emanuele! Quello che stava alla Juventus, poi è andato chissà dove, poi ha fatto le fiamme a Bologna e la panchina a Napoli. Poi è arrivato a Verona, sponda Chievo, e ha segnato un gol che può essere descritto solo con l’emoji del razzetto.
#Giaccherini segna alla #Totti, da bolognese lo applaudo.pic.twitter.com/LIR356NSyb
— Ivan Zazzaroni (@zazzatweet) 13 maggio 2018
Donnarumma senza senso. Qualche papera, vabbè, gliela perdoniamo dai. Anche perché dopo questa parata su Milik ha raggiunto il Nirvana dei Guantoni. Cartoline volanti.
miracolo su #Milik, la corsa #Scudetto sbatte sul guantone di #Donnarumma #MilanNapoli #Napoli #Milan pic.twitter.com/IFA6jZUx9n
— Marco Frattino (@MFrattino) 15 aprile 2018
L’assurda scomparsa di Astori. Una cartolina che non avremmo mai voluto inserire. Era il 4 marzo quando la Serie A è rimasta sconvolta dalla notizia della morte del capitano della Fiorentina. Nel sonno, senza preavviso. Il calcio si è stretto attorno alla famiglia e ha ricordato l’Astori giocatore e l’Astori uomo. Forse questa è una delle immagini più belle: il suo ricordo che cammina sulle spalle dei bambini.
Milan will pay homage to Davide Astori when they face Fiorentina on Sunday. The kids that will accompany the players on the pitch will wear Astori’s shirt with the #13. Milan also have planned graphics inside the stadium for Astori. [Corriere Fiorentino] pic.twitter.com/T41tzh2f0x
— TheMilanBible ? (@TheMilanBible) 17 maggio 2018
La doppia cartolina di Koulibaly. Il difensore senegalese non si accontenta: perché spedire solo una cartolina quando ce ne sono due a disposizione? Si fosse limitato alla prima, forse la lotta Scudetto sarebbe andata diversamente. Ma è difficile, quasi impossibile incolpare Koulibaly, autore di una stagione straordinaria.
DISASTRO KOULIBALY ??
In una settimana cambia tutto: domenica scorsa il gol decisivo all’Allianz Stadium, oggi l’espulsione che avvicina la Juventus allo Scudetto… ??#FiorentinaNapoli #Koulibaly pic.twitter.com/YOTQMYbWVf
— Eurosport IT (@Eurosport_IT) 29 aprile 2018
Ciao, Gigi! Potrà piacere o non piacere, ma resta comunque uno dei più grandi. E ci lascia, a un anno di distanza da Totti. Eddai però, non si fa così. La nostra infanzia presa a pallonate. Poi ci guardiamo allo specchio e ci accorgiamo di avere 29 anni (per non dire 30). Quando è passato tutto questo tempo?
Grazie mille, @gianluigibuffon. ???#UN1CO pic.twitter.com/GGsrmg0bTs
— JuventusFC (@juventusfcen) 19 maggio 2018
Tu quoque! Sì, va be’, però se ci si mettono pure gli arbitri non resta più nessuno. Anche Tagliavento fa ciao e appende il fischietto al chiodo (si dice?).
Nella sagra dei fegati spappolati c’è posto per uno sportivo abbraccio tra De Rossi e Tagliavento? pic.twitter.com/YkZI3pA6Ph
— Alessandro Germano (@AleAleGermano) 13 maggio 2018
Oddo Last Man Standing. Siamo tutti Massimo Oddo. Una partenza col botto, poi undici sconfitte consecutive. Nessuno vuole essere Oddo. Come mai sono venuto stasera? Bella domanda. Cosa è successo all’Udinese in quel periodo? Bella domanda pure questa. In definitiva: boh.
Chiedo scusa ai tifosi e a tutto il mondo Udinese, non ci sono giustificazioni. I ragazzi non sono sereni mentalmente. L’unica via per uscire da questa impasse é raggiungere al più presto un risultato positivo. Fuarce Udin! @Udinese_1896 pic.twitter.com/Qhqd2rkN2N
— Massimo Oddo (@Oddo) 3 aprile 2018
Ünder! Toh, che piacevole scoperta: la Roma si gode un turco stellare, giovane e pimpante, sinistro velenoso e tante cose belle. Ok, la partenza di Salah ancora brucia, però qualche base per il futuro c’è, dai. E che base.
#Under! #Roma in vantaggio! #UdineseRoma 0-1 pic.twitter.com/rNeYRVaNmE
— Alessia N⚽️velli (@Alessia_Nov) 17 febbraio 2018
Rafinha profeta. Metti un giocatore, il suo profilo Twitter e poche parole dette nel pieno della corsa Champions: «Finché c’è vita c’è speranza». L’Inter ha poi lottato davvero finché c’era vita, ha tenuto accesa la speranza e si è qualificata. E il merito è anche di Rafinha e del suo girone di ritorno a cento all’ora.
Finché c’è vita c’è speranza?⚫ pic.twitter.com/prf5AUxZYX
— Rafinha Alcantara (@Rafinha) 14 maggio 2018
Lacrime olandesi. Dall’altra parte, la Lazio piange. Dopo una stagione meravigliosa (miglior attacco del campionato!) e al di sopra delle aspettative, gli Inzaghi boys si arrendono all’ultima giornata. Protagonista in negativo: Stefan de Vrij. Che commette il fallo da rigore su Icardi. E che dalla prossima stagione giocherà con l’Inter. Nessuno vuole essere de Vrij (dai, ‘sta canzone ci ha accompagnato per tutto il girone di ritorno, citarla un paio di volte è il minimo).
Il destino ha voluto così: #deVrij alla fine crolla in lacrime (via @MatteMoretto) #LazioInter pic.twitter.com/fQoYtgtpju
— SOS Fanta (@SOSFanta) 20 maggio 2018
Ehilà! Ti avevamo inserito anche nelle cartoline del girone di andata. Ora hai segnato ed entri di diritto in quelle di ritorno. Solo amore per Pepito.
GOOOOL! Giuseppe Rossi torna al gol in Serie A dopo 4 anni, proprio contro la Fiorentina… ⚽️?#GenoaFiorentina pic.twitter.com/SMhUAbPXOK
— Eurosport IT (@Eurosport_IT) 6 maggio 2018
Uhm, ok, è arrivato il momento di chiudere e di scegliere la canzone che meglio rappresenta il girone di ritorno. No, non sarà Nessuno vuole essere Robin, anche se la tentazione è forte. Sette scudetti di fila per la Juventus: questo resta, alla fine. Banalità.
Copertina a cura di Iacopo Semprebene