“Snakes and Ladders”, la nuova mostra di asa nisi masa
Sul finire dei suoi primi dieci anni, qui compiamo una piccola rivoluzione, abbandonando il nostro formato classico – quello del magazine culturale a cadenza vagamente quotidiana – per presentare ogni mese un solo saggio e un solo racconto. Da queste pagine 24 autori ogni anno proporranno il loro filtro sul reale, manipolando inevitabilmente la personalità di Dude mag: ed è una cosa che ci rende enormemente curiosi.
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“Snakes and Ladders”, la nuova mostra di asa nisi masa

  Snakes and Ladders è una mostra interattiva basata sulle immagini in movimento create dall’artista lettone Vika Eksta tramite il formato della GIF animata. La mostra è visitabile esclusivamente su asa nisi masa, la galleria online d’arte contemporanea promossa da Dude, ed è parte del programma di Riga Photography Biennial off-year 2017. Una versione offline di […]

 

Snakes and Ladders è una mostra interattiva basata sulle immagini in movimento create dall’artista lettone Vika Eksta tramite il formato della GIF animata. La mostra è visitabile esclusivamente su asa nisi masa, la galleria online d’arte contemporanea promossa da Dude, ed è parte del programma di Riga Photography Biennial off-year 2017. Una versione offline di Snakes and Ladders, in forma di trailer, verrà proiettata nelle sale cinematografiche Kino Bize, Splendid Palace e K. Suns di Riga dall’8 al 15 aprile.

Nella sua pratica artistica, Vika Eksta adotta il formato delle GIF in senso estensivo per esplorare gli effetti ottenuti adducendo il movimento all’immagine fotografica, apparentemente statica. Le sue GIF si basano infatti su messe in scena nelle quali l’artista è spesso il soggetto di una semplice azione quotidiana: bere una tazza di caffè, fumare una sigaretta, rispondere a una telefonata, e così via.

In Snakes and Ladders, le GIF diventano le singole scene di una narrazione più ampia, il cui svolgimento finale è nelle mani degli spettatori. In determinati bivi all’interno della trama, ad essi viene richiesto di scegliere tra due opzioni che conducono la storia a risultati differenti; in questo modo, i visitatori scoprono i vari possibili sviluppi della storia originaria, vivendo la mostra come un’esperienza personale, sempre diversa e potenzialmente infinita. Lo scopo ultimo del progetto è quello di indagare il concetto di narrazione attraverso la fotografia e di interrogarne il significato tramite un approccio volutamente ludico.

 

 

PAOLA: Ciao Vika. La prima domanda che voglio farti è abbastanza semplice: quando, come e perché hai cominciato a creare le tue GIF?

VIKA: Ciao Paola! È cominciato tutto nell’agosto 2015, dopo aver visitato una mostra organizzata in una palazzo abbandonato di Riga, in precedenza sede di una banca. Gli artisti che erano in carico del progetto mi hanno permesso di tornare il giorno seguente e di usare gli incredibili uffici della banca per scattare delle fotografie. Molto istintivamente, ho deciso che la cosa migliore da fare era provare ad interagire in modo improvvisato con lo spazio attraverso degli autoritratti. Così, ho chiesto dei vestiti in prestito a una mia amica che lavora effettivamente in banca, mi sono fatta una buona manicure e mi sono recata lì. Ho utilizzato l’autoscatto programmato su cinque immagini per click. Un paio di mesi dopo, mentre editavo il materiale, ho realizzato che le immagini ottenute erano in realtà più interessanti se viste come sequenza in movimento. E dunque ho cercato su Google “come fare una GIF in Photoshop”…

V: La mia domanda per te: cara Paola, come ti è venuta l’idea di questa mostra?

P: Quando ho visto le tue GIF per la prima volta, mi sono subito sentita catapultata in un mondo di fantasia. Anche la più semplice delle azioni rappresentate nelle tue “immagini moventi” evocava un senso di intrigo e di mistero, come se fosse stata estratta da una storia molto più lunga. Così, la connessione con il formato del racconto di finzione è stata piuttosto naturale per me. In particolare, volevo esplorare se e come la rappresentazione fotografica di un’attività o di uno scenario quotidiano potesse condurre a diverse interpretazioni, ed eventualmente a svolte inaspettate all’interno di una trama più ampia. All’improvviso, ho avuto un flash-back. Da bambina leggevo Topolino, e amavo particolarmente le “storie a bivi”: in pratica, erano delle specie di libro-gioco, ossia un’opera di finzione dove la linea narrativa presenta alcune possibili alternative. Questo permette al lettore di partecipare nella storia operando delle scelte, tipicamente mediante l’uso di paragrafi o pagine numerate. A quel punto, ero sicura di voler ricreare la stessa esperienza usando le tue GIF, e la galleria online era semplicemente lo spazio ideale per farlo, combinando perfettamente questa intenzione con l’immagine digitale.

P: Ora sono curiosa di sapere: qual è stata la tua prima reazione quando ti ho raccontato della mia idea (incluso il riferimento “Disney”)? E quale elemento in particolare ti ha convinto ad accettarla?

V: La tua proposta mi ha fatto felice e l’ho accettata con piacere, perché incoraggia la sperimentazione creativa. Ho apprezzato specialmente l’idea delle storie interattive, la possibilità di creare qualcosa dove lo spettatore ha una parte operativa. Secondo me, l’opzione di fare delle scelte che portano a finali multipli è alquanto vicina a quella che chiamiamo “vita quotidiana”. Ho letto dei testi del psicoanalista Adam Phillips, dove si parla della questione della “vita non vissuta” — quando una persona torna sulle decisioni scartate e sulle situazioni perdute, immaginando come la sua vita avrebbe potuto procedere se avesse fatto quella particolare scelta; e come questo possa spesso portare a disordini mentali. Le mie GIF sono in qualche modo collegate a questi testi, così come al mio vissuto personali.

V: Cara Paola: ora che il processo di creazione della mostra sta volgendo al termine, corrisponde alle tue aspettative, o è qualcosa del tutto differente?

P: Beh, in un processo creativo, il risultato è sempre diverso da ciò che ci si aspetta! Specialmente in un progetto fortemente basato sulla collaborazione, come nel nostro caso. Abbiamo instaurato un vero scambio, con molto dialogo e molto ascolto: allontanarsi dalla primissima immagine del risultato finale è una naturale conseguenza. Inoltre, procedendo nella creazione della mostra, le mie aspettative si sono trasformate nella curiosità di osservare come le persone interagiranno con la mostra, e le loro reazioni. Sarei molto contenta di ricevere più commenti e opinioni possibili dai visitatori. Di Snakes and Ladders, mi piace il fatto che è divertente, nel miglior senso del termine — come il cinema può esserlo. E il cinema è indubbiamente un sostanziale ambito di riferimento che ha condizionato le nostre scelte.

 

 

P: Vika, ti andrebbe di parlare un po’ di questo? Intendo, come il cinema ti ha influenzato in questo progetto, e più in generale come artista?

V: Anche io sono davvero curiosa del feedback degli spettatori, perché questa mostra è piuttosto sperimentale.

Parlando di cinema, devo citare il fatto che ho studiato Teoria del Cinema all’università e successivamente ho lavorato in diversi posti legati al film e alla ricerca d’archivio. Ciò ha sicuramente avuto un’influenza nell’immaginario che utilizzo in questo progetto e nel mio interesse in come ottenere il movimento combinando diversi frame statici. Mi ispiro specialmente al cinema muto. Quando ero stagista presso l’Austrian Filmmuseum, ho lavorato sul restauro digitale di un breve estratto da un film muto di Vsevolod Pudovkin, uno dei classici del cinema di montaggio russo: ho speso tante ore ritoccando quelle immagini e studiando come erano unite insieme. Era una scena di danza gitana, quindi l’editing era molto veloce e speciale.

Concettualmente, le GIF sono associabili al primo cinema perché ognuna di essa evoca solamente una scena (come il celebre arrivo del treno dei fratelli Lumière) che dovrebbe essere in grado di catturare l’attenzione dello spettatore attraverso un certo tipo di “attrazione”, come Tom Gunning l’ha definita. La relazione con il cinema è una delle ragioni per cui abbiamo deciso di creare un trailer del progetto, ed è anche mimetizzata nella parte testuale del lavoro.

V: A questo proposito, Paola, puoi spiegare il processo di creazione delle connessioni tra le GIF e le linee di testo presenti nella mostra?

P: Essendo l’elemento che supporta l’interazione dello spettatore con la mostra, per me la parte testuale è tanto importante quanto quella visiva. D’altro canto, volevo che fosse minimale e discreta così come lo sono le GIF. All’inizio, ho pensato di coinvolgere uno scrittore, ma alla fine siamo rimaste noi due. A quel punto, ho deciso che era meglio non scivere nulla ad hoc e ho pensato di giocare con l’uso di citazioni del cinema. Quindi, tutti i testi — nella loro efficacia, banalità o retorica — sono in effetti delle frasi tratte da diversi film. Ho immaginato potesse funzionare bene in una mostra che è ricca di riferimenti, ma anche molto giocosa e leggera. La vedo come una traccia fantasma che deve essere ricercata, un livello addizionale di coinvolgimento dello spettatore. Che altro dire… buona mostra!

A cura di Paola Paleari.

 

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Vika Eksta — Snakes and Ladders
a cura di Paola Paleari

8 aprile – 16 giugno 2017
www.anmgallery.com

In collaborazione con Riga Photography Biennial
inaugurazione sabato 8 aprile 2017, ore 18.00 presso Kino Bize, Riga (Latvia)

Il trailer di Snakes and Ladders verrà proiettato nei cinema Kino Bize, K. Suns e Splendid Palace a Riga dall’8 al 15 aprile 2017

 

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Biografie

Vika Eksta (1987) è un’artista visiva ed educatrice con base a Riga, Lettonia. Ha studiato fotografia presso lo studio di Andrejs Grants e presso la EFTI Photography School di Madrid. È laureata in Teoria del Film e Comunicazione Visiva presso l’Accademia Nazionale di Belle Arti in Lettonia. Espone in Lettonia e internazionalmente dal 2014. Nel 2016, è stata premiata con l’ADC Young Guns Award e il Riga Photography Biennial Award per i giovani fotografi dell’area baltica.

Paola Paleari (1984) è autore, redattore e curatore indipendente, attualmente con base a Copenhagen, Danimarca. Tra i suoi progetti principali, è vice caporedattore di YET magazine, pubblicazione dedicata alla fotografia internazionale, e membro di artnoise, rivista online e collettivo curatoriale focalizzati sull’arte e la cultura contemporanea. Il suo principale ambito di interesse è il linguaggio fotografico e le sue relazioni con le pratiche artistiche visive.

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