Sì, ormai probabilmente i cataloghi saranno finiti, dall’ultima rubrica: avete spulciato tutto, non è così? Dite la verità, avete visto anche quel documentario degli anni 90’ sul Madagascar, eh? (No, tranquilli, non andate a cercarlo, non esiste) (sì, dispiace anche a me, lo avrei visto volentieri). Eppure qualcosa deve essere rimasto, dai.
Convinto del fatto che ci sia ancora qualcosa da scoprire in questo mondo, ho cercato altri tre film Netflix che non si è mai visto nessuno. Roba che neanche i registi li hanno mai visti, dopo averli finiti sono subito passati ad altri progetti. Rullo di tamburi: il primo film è italianissimo, recente e c’è Toni Servillo come protagonista; il secondo invece è un po’ vecchiotto ed è ambientato su una barca; il terzo è meno vecchio del secondo e c’è il tizio che interpreta Zuckerberg in The Social Network. Ok, via.
La ragazza nella nebbia (2017)
LIVELLO ANSIOGENO: 4/5;
COLPO D’OCCHIO: 3/5;
NOTIPREGODAIMACHEVERAMENTE: 5/5;
OK, PERÒ ADESSO HO SONNO: 1/5;
RISO: mi era passata la fame;
DOPPIAGGIO: Toni Servillo doppia se stesso.
Tratto dal romanzo di Donato Carrisi, che ha deciso anche di girare di persona il film: protagonista Toni Servillo nei panni di un ispettore chiamato a indagare sulla scomparsa di una ragazza in un paesino di montagna dove di solito non accade nulla. La tensione è costante, la trama è avvincente, tutto succede nel momento esatto in cui deve succedere: insomma, un bel lavoro. Anche in Italia sappiamo fare i noir/gialli/thriller, questo film ne è la prova. Consigliato se volete passare una serata avvincente. Se invece cercate tranquillità, meglio andare oltre: la suspance c’è fino in fondo, La ragazza nella nebbia non vi fa stare proprio tranquilli. Nota positiva: un finale che mi ha spiazzato completamente e che mi ha costretto ad andare su Internet a cercare cose varie, che ovviamente non vi dirò per non spoilerare niente. Un punto a favore, comunque, perché non mi succede spesso.
Controindicazioni: la prossima volta che vedrete Linea Verde non penserete a quanto è bello quel paesino di montagna, ma a quali segreti nasconde.
Dead Calm (1989)
LIVELLO ANSIOGENO: 5/5;
COLPO D’OCCHIO: 3/5;
NOTIPREGODAIMACHEVERAMENTE: 3/5;
OK, PERÒ ADESSO HO SONNO: 1/5;
RISO: finito.
DOPPIAGGIO: avoglia, ma vuoi mettere sentire la vera voce del tizio di Jurassic Park?
Il film è del 1989, quindi quelli che non l’hanno visto forse sono più della mia età: scusateci, eravamo troppo impegnati a guardare l’ultimo Avengers. Insomma, Dead Calm (in italiano tradotto con Ore dieci: calma piatta: abbiamo visto di peggio) è un film ad alta tensione, in alto mare, con alti picchi di livello ansiogeno. Dentro solo tre attori: una giovanissima Nicole Kidman, il tizio di Jurassic Park e il fidanzato poco simpatico di Rose in Titanic. Quest’ultimo evidentemente viene scelto in base al contesto, cioè solo se c’è di mezzo una nave e l’oceano aperto. Tutto comincia con la morte del figlio di Nicole Kidman e del tizio di Jurassic Park: per riprendersi, marito e moglie intraprendono un viaggio in barca che, ça va sans dire, si trasforma presto in un incubo. Tutta colpa del fidanzato di Rose, al quale evidentemente quella storia con DiCaprio non è andata giù. La sequenza di eventi è spietata, i colpi di scena non mancano, il film è molto coinvolgente.
Controindicazioni: se soffrite di mal di mare, non guardatelo. E neanche se cercate una serata tranquilla.
The Squid and the Whale (2005)
LIVELLO ANSIOGENO: 2/5;
COLPO D’OCCHIO: 4/5;
NOTIPREGODAIMACHEVERAMENTE: 3/5;
OK, PERÒ ADESSO HO SONNO: 2/5;
RISO: nella giusta quantità.
DOPPIAGGIO: sì, perché anche il doppiatore abitava a Brooklyn.
Capovolgimento di genere e di contesto: The Squid and the Whale è un piccolo dramma familiare con diversi grandi attori. Non preoccupatevi: ha forti tinte da commedia, anche se la tematica che affronta non fa proprio ridere. Trama, in breve: due figli maschi affrontano il divorzio dei loro genitori e le conseguenze che questa scelta comporta. La famiglia in questione è piuttosto complessa in ogni suo elemento, tutti hanno un tipo di problema con loro stessi, ognuno lo affronta a modo suo. Ci sono, in ordine sparso: tanti libri, un gatto, diverse partite di tennis, una canzone rubata, parcheggi che non si trovano. Un film agrodolce che fa sorridere e che si fa vedere con piacere. Non troppo pesante, né troppo leggero, ideale per passare una serata tranquilla ma allo stesso tempo diversa.
Controindicazioni: se proprio decidete di spacciare per vostra una canzone famosa, cambiate almeno qualche parola.
Bonus
Ok, adesso posso dirvelo. Esiste veramente: di seguito il documentario del 1995 sul Madagascar, con tanto di Piero Angela. Prego.