Sabato 20 febbraio lo Städlin vi aspetta con due artisti: Alex Picone e Domenico Romeo.
Dai locali di Venezia a metà degli anni ‘90 alla scena house e techno Europea contemporanea: Alex Picone porta allo Städlin le sue esperienze europee e oltreoceaniche.
Nel 2006 si fa notare con l’etichetta Mixworks Detroit di Buzz Goree, poi viene accolto dalla Bosconi e Bass Culture. Produce numerosi EP e vola da un capo all’altro del mondo fra Ibiza, Romania e Messico: si aprono la porte del Panoramabar, del Club der Visionaere and Watergate di Berlino, il Club Quinto Sol festival in Chile, il D-Edge di Sao Paulo, il DEMF festival di Detroit, il Fabric a Londra.
Stabilitosi a Berlino nel 2008, Alex è stimolato dalla fertilità dell’ambiente artistico e intraprende diversi progetti tra i quali Hands Up, in collaborazione con The Analogue Cops e la Vae Victis, e The Kicks con Maayaan Nidam. Circondato da menti fervide e creative quali quelle di San Proper e Tobi Neumann Alex, si concentra sulla sperimentazione di un sound la cui base è un groove portentoso.
L’ultimo progetto, Seekers, nasce come etichetta discografica e ‘luogo’ di aggregazione per tutti coloro che condividono la passione per la sperimentazione e la scoperta della musica. Gli eventi organizzati dalla Seekers hanno già invaso l’Ibiza Underground e il TAG Club di Venezia, ma la particolarità di questa etichetta è che non fornisce informazione sui suoi artisti, o meglio, le fornisce solo a chi è veramente interessato.
Non sappiamo che volto abbiano i Seekers, loro raccontano così la loro genesi:
«Qualcuno che è stato illuminato dalle vie dell’universo accettando di non saperne niente al riguardo. Dopo mesi di meditazione, fumando ganja e mangiando, Joe ha realizzato che non sappiamo niente. Sopraffatto dal desiderio di capire, e sapendo che non ci sarebbe mai riuscito, Joe è diventato un Seeker.»
Se Alex Picone porta la musica, Domenico Romeo il live painting.
Designer e artista (e grande amichetto di DUDE MAG n.d.r.), Domenico dipinge su differenti media e supporti con il suo alfabeto fluido.
«Segno, gesto, flusso» ma anche linguaggio come simbolo e simbolo come linguaggio: tutto si fonde e tinge tele, abiti, pareti e mura quasi senza far caso ai limiti spaziali e materiali dei supporti.
Ogni opera ricorda un mantra, una preghiera indelebile sul cemento, la ricerca di perfezione e bellezza orientale nel caos occidentale, la chiarezza nero su bianco e bianco su nero, un linguaggio interiore personale e ipnotico.
Sabato 20.2.16, dalle 19:00
Städlin, Via Antonio Pacinotti, 83
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