Jack Kerouac, uno degli scrittori più celebri del secolo scorso, è stato una figura di spicco della Beat Generation, il movimento giovanile poetico-letterario sorto negli Stati Uniti nel secondo dopo guerra che fu capace di anticipare i moti culturali progressisti dei decenni successivi.
In quegli anni a New York si respirava un’aria nuova, di autodeterminazione, libertà e ribellione, si ascoltava il Bebop di Charlie Bird Parker, e poteva succedere di incontrare Jack Kerouac col suo compare Allen Ginsberg a passeggio per Berkeley Street alla ricerca del miglior Jazz Club.
Jack Kerouac & Allen Ginsberg in NYC (1959)
Le pagine scritte dal nostro Jack erano simili alle note Bebop del buon vecchio Bird, vera e propria icona di quel periodo. Il Beat che dava il nome a quel movimento generazionale, era spesso interpretato come quello del ritmo Jazz (in realtà Beat stava per “beato” e fu coniato proprio da Kerouac nel ’48).
Il fraintendimento, sovente consapevole e ricercato, intendeva sottolineare la similitudine tra i versi del poeta e le composizioni di Parker e degli altri jazzisti “ribelli”. Era lo sfogo tutto di un fiato — da non confondersi con il “gioco” linguistico di Joyce dell’Ulysses, ad esempio —, era l’eruzione di improvvisazione creativa libera da ogni vincolo e regola.
Se siete dei nostalgici e volete immaginarvi seduti accanto a Keouac, Burroughs, Ginsberg e altri bravi ragazzi con un buon bourbon nella mano al Red Drum, al Minton’s o negli altri storici club newyorkesi ad ascoltare i brani suonati dai più grandi compositori romantici e maledetti degli’anni ’50 e ’60 non vi resta che venire al Coffee Pot di Trastevere.
Il trio composto da Francesco Di Gilio (piano), Giulio Ciani (contrabbasso) e Michele Villari (sax) vi accompagnerà nella serata Beat del Dude Club.
A seguire i vinili di Dj Solko.
Coffee Pot Trastevere
Via del Politeama 12
21:00 — 22:30
Ingresso gratuito
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