C’è stato un periodo – non migliore né peggiore, solo diverso – in cui la comunicazione tra gli uomini aveva dei tempi e dei modi. Può sembrare banale, ma questo influenzava la realtà delle cose. Andare a studiare lontano da casa, discutere di religione col tuo ex compagno di banco, programmare viaggi a New York, inviare curriculum.
Tutte attività che richiedevano un onesto impegno epistolare. Ogni essere umano aveva un bagaglio di lettere e comunicazioni scritte più o meno pesante. Italo Calvino era uno di questi, uno che di lettere, per lavoro o per piacere, ne ha scritte moltissime. Per nostra e vostra fortuna questi carteggi sono stati pubblicati nella collana I meridiani dalla casa editrice Mondadori, a cura di Luca Baranelli. Solitamente lavori del genere si rivolgono a studiosi e addetti ai lavori che hanno bisogno di elementi extra testuali per lavorare su di un autore.
In questo caso, grazie anche all’ordine cronologico delle lettere, ne esce uno spaccato interessantissimo – biografico, quasi narrativo – sul personaggio Italo Calvino. Vi riportiamo qui un “Curriculum narrativo” inviato all’editore Franco Maria Ricci.
A FRANCO MARIA RICCI – MILANO
{Parigi, autunno 1969}
Caro Ricci,
eccole il curricolo. Sono nato nel 1923 sotto un cielo in cui il Sole raggiante e il cupo Saturno erano ospiti dell’armoniosa Bilancia. Passai i primi 25 anni della mia vita nell’a quei tempi ancora verdeggiante San Remo, che univa apporti cosmopoliti ed eccentrici alla chiusura scontrosa della sua rustica concretezza; dagli uni e dagli altri aspetti restai segnato per la vita.
Poi mi tenne Torino operosa e razionale, dove il rischio di impazzire (come già il Nietzsche) non è minore che altrove. Vi arrivai in anni in cui le strade s’aprivano deserte e interminabili per la rarità delle auto; per abbreviare i miei percorsi di pedone attraversavo le vie rettilinee in lunghe oblique da un angolo all’altro – procedure oggi, oltre che impossibile, impensabile – e così avanzavo tracciando invisibili ipotenuse tra grigi cateti. Sparsamente conobbi altre inclite metropoli, atlantiche e pacifiche, di tutte innamorandomi a prima vista, d’alcune illudendomi d’averle comprese e possedute, altre restandomi inafferrabili e straniere.
Per lunghi anni soffersi d’una nevrosi geografica: non riuscivo a stare tre giorni di seguito in nessuna città o luogo. Alla fine elessi stabilmente sposa e dimora a Parigi, città circondata da foreste di faggi e carpini e betulle, in cui passeggio con mia figlia Abigail, e circondante a sua volta la Bibliothèque Nationale, dove mi reco a consultare testi rari, usufruendo della Carte de Lecteur n. 2516. Così, preparato al Peggio, sempre più incontentabile riguardo al Meglio, già pregusto le gioie incomparabili dell’invecchiare. Questo è quanto. Mi creda suoaff.mo
Calvino
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In copertina: Italo Calvino di Tullio Pericoli – 1994 – acquerello e china su carta (57×38)