La difficile rinascita di Superman: storia di un film impossibile
Sul finire dei suoi primi dieci anni, qui compiamo una piccola rivoluzione, abbandonando il nostro formato classico – quello del magazine culturale a cadenza vagamente quotidiana – per presentare ogni mese un solo saggio e un solo racconto. Da queste pagine 24 autori ogni anno proporranno il loro filtro sul reale, manipolando inevitabilmente la personalità di Dude mag: ed è una cosa che ci rende enormemente curiosi.
2022
01 gennaio
Dude Mag
03 marzo
Alessio Giacometti
05 giugno
Simone Vacatello
07 novembre
Marco Montanaro e Gilles Nicoli
09 gennaio
TBA
TBA
10 febbraio
TBA
TBA
11 marzo
TBA
TBA
12 aprile
TBA
TBA
×
×
È arrivato il momento di iscriverti
Segui Dude Mag, dai!
12547
https://www.dudemag.it/cinema/la-difficile-rinascita-di-superman-storia-di-un-film-impossibile/

La difficile rinascita di Superman: storia di un film impossibile

A metà degli anni novanta Tim Burton venne coinvolto in un progetto tanto folle quanto geniale: riportare al cinema Superman a quasi dieci anni di distanza dal quarto capitolo con Christopher Reeve. L’idea di Burton, all’epoca all’apice della sua carriera, era quella di un Uomo d’Acciaio diverso dalla precedente incarnazione cinematografica, più vicino al personaggio […]

A metà degli anni novanta Tim Burton venne coinvolto in un progetto tanto folle quanto geniale: riportare al cinema Superman a quasi dieci anni di distanza dal quarto capitolo con Christopher Reeve. Lidea di Burton, allepoca allapice della sua carriera, era quella di un Uomo dAcciaio diverso dalla precedente incarnazione cinematografica, più vicino al personaggio disegnato negli anni 90 che a quello della Golden Age, e ispirato al ciclo The Death of Superman, pubblicato dalla DC Comics nel 1992.

Il film, prima Superman Reborn e poi Superman Lives, venne cancellato dopo una gestazione durata anni, fatta di tre sceneggiature e un casting folle, montagne di artwork preparatori e assurde imposizioni date da Jon Peters, il produttore del film.

Jon-Schnepp-and-Tim-Burton-in-The-Death-of-Superman-Lives-What-Happened

Jon Schnepp e Tim Burton

 

La storia di questo progetto, più una lunga serie di dietro le quinte, è raccontata in The Death of Superman Lives, un documentario realizzato da Jon Schnepp, già regista di diverse serie tv e apparso in piccoli progetti televisivi, che ha deciso di indagare su uno dei più grandi misteri del cinema pop americano. Per poter capire a pieno questo progetto bisogna però fare un piccolo passo indietro, uscendo dallattuale dimensione dellentertainment hollywoodiano, e guardando a quello degli anni novanta, quando i film tratti da fumetti erano, se non unutopia, un enorme azzardo commerciale. Contrariamente ad oggi, allepoca era la DC Comics ad avere avuto un maggiore successo sul grande schermo, collezionando i quattro film su Superman e i due Batman di Tim Burton, datati 1989 e 1992. La Marvel arrancava, producendo prodotti di discutibile qualità come Howard The Duck e Il Punitore con Dolph Lundgren, fino ad arrivare a schifezze come Captain America e Fantastic Four, mai usciti nelle sale e ancora oggi metro di paragone per il brutto. Se la Casa delle Idee avrebbe dovuto aspettare il 2000 per vedere una trasposizione cinematografica degna di questo nome (gli X-Men di Bryan Singer), la DC voleva ancora una volta bruciare la concorrenza mettendo in cantiere Superman Reborn.

Che il progetto non fosse partito sotto i migliori auspici lo si intuisce facilmente già dai primi minuti del documentario, quando Kevin Smith, regista di culto e autore della prima sceneggiatura, parla del suo incontro con il produttore Jon Peters, che voleva imporre allautore i tre punti fondamentali per la buona riuscita del film: Superman non avrebbe dovuto indossare il costume, non avrebbe dovuto volare e avrebbe avuto un ragno gigante nellultimo atto del film (ricordatevi di questultimo punto). Queste tre regole, in parte smentite dallo stesso Peters, ben rappresentavano lenorme distanza che cera tra la parte creativa e quella produttiva, tra Tim Burton e la Warner Bros. Il regista impose le sue idee in modo fermo, forte del successo del suo Batman e, soprattutto, del casting: Michael Keaton nel ruolo di Bruce Wayne, una scelta inizialmente mal vista dai fan dellUomo Pipistrello poi rivelatasi vincente. Proprio sulla scia di questo casting il regista chiamò Nicholas Cage per interpretare il ruolo di Clark Kent/Superman, quanto di più lontano dalle fattezze classiche del personaggio, famoso per la sua mascella squadrata e il suo capello perfettamente pettinato, ma che questa volta avrebbe avuto il volto appuntito e i capelli radi di Cage. Questo casting, oltre a inclinare ulteriormente i rapporti tra Burton e la WB, contribuì a rendere questo progetto “leggendario”, portandolo allattenzione della community web ben prima delluscita del documentario di Jon Schnepp.

nicolas_cage_as_superman_by_brandtk-d66a2eo

Anni fa infatti, circolavano su internet alcune foto delle prove costume fatte da Nicholas Cage prima dellinizio delle riprese, quando Burton e il suo team erano impegnati a decidere il look di Clark e di Superman. Quelle foto, alle quali si sono poi aggiunti diversi video, erano la testimonianza di quanto quel progetto fosse folle e geniale, fatto di costumi elaboratissimi e un Cage in parte e perfettamente calato nel ruolo. Il suo Clark sarebbe stato un ibrido tra un geek e un hipster, con degli occhialoni da vista e una giacca abbinata ad una maglietta di Mickey Mouse; mentre la sua controparte aliena avrebbe avuto diversi costumi, da quello classico a quello della rinascita, fatto da effetti di luce che passavano nella tuta simulando la rigenerazione dei tessuti. 

A questo si aggiungano enormi set visionari e nomi quali Christopher Walken, Sandra Bullock, Chris Rock e Kevin Spacey (che avrebbe comunque fatto parte del franchise diversi anni dopo).

Con lambizione aumentarono anche i costi che, uniti ad alcuni discutibili diktat produttivi, portarono alla cancellazione del progetto. Jon Peters era infatti concentrato su un altro grande film, un probabile blockbuster che secondo il produttore avrebbe dovuto sbancare il botteghino, meritando quindi una maggiore copertura economica rispetto al film di Tim Burton. Il film era Wild Wild West che, nonostante vedesse Will Smith e Kevin Kline affrontare un ragno gigante nellultimo atto del film, incassò meno dei suoi costi di produzione, senza raggiungere il fatidico break even point e diventando quindi un enorme flop.

Parlando del franchise di Superman va comunque ricordata lenorme sfortuna che ha da sempre accompagnato il personaggio: dallincidente di Christopher Reeve alla cancellazione di altri progetti, tra cui il film di J. J. Abrams e la Justice League di George Miller, fino ad arrivare al flop di Superman Returns di Bryan Singer. Tutti fattori che hanno reso i produttori restii a lavorare sul personaggio, consapevoli che i loro sforzi difficilmente avrebbero portato ad un guadagno economico.

Ovviamente nessuno ci può garantire che Superman Lives sarebbe stato un successo al botteghino, ma senza dubbio avrebbe costituito un enorme spartiacque per il cinecomics, soprattutto in una fase embrionale come gli anni 90, dove le idee e il coraggio scarseggiavano. La prova di tutto questo è che oggi, dopo quasi ventanni dalla sua cancellazione, siamo ancora qui a parlarne.

Francesco Martino
Nato nel 1989 è studente di Giornalismo a Roma Tre. Vive di cultura pop e musica. Collabora con DUDE MAG, Serial Minds e Prismo. Suona la batteria conservando sogni di gloria.
Segui Dude Mag, dai!
Dude Mag è un progetto promosso da Dude