28.06.17 | Il miglior dono della natura al Treebar
Sul finire dei suoi primi dieci anni, qui compiamo una piccola rivoluzione, abbandonando il nostro formato classico – quello del magazine culturale a cadenza vagamente quotidiana – per presentare ogni mese un solo saggio e un solo racconto. Da queste pagine 24 autori ogni anno proporranno il loro filtro sul reale, manipolando inevitabilmente la personalità di Dude mag: ed è una cosa che ci rende enormemente curiosi.
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28.06.17 | Il miglior dono della natura al Treebar

«Et però credo che molta felicità sia agli homini che nascono dove si trovano i vini buoni.»   Nei primi anni del 1500, il sommo Leonardo ci regalava queste parole che, assieme al reperto sottostante, spiegano quanto il vino possa divenire fonte di grande ispirazione per le maggiori opere dell’uomo.   Tratto dal backstage della […]

«Et però credo che molta felicità sia agli homini che nascono dove si trovano i vini buoni.»

 

Nei primi anni del 1500, il sommo Leonardo ci regalava queste parole che, assieme al reperto sottostante, spiegano quanto il vino possa divenire fonte di grande ispirazione per le maggiori opere dell’uomo.

 

Tratto dal backstage della “Gioconda”

 

Questa bevanda, che nel tempo ha inebriato e incoraggiato i più grandi, oggi è forse al suo massimo splendore — in molteplici forme — in quell’antichissima taverna della quale vi abbiamo già raccontato i freschi cocktail del maestro Rubel, le empanadas dello chef Manolo Ribò, i piatti dello chef Enrico Segatori.

Vi invitiamo a passare al Treebar domani sera — che poi è un prefestivo, quindi potete alzare tranquillamente il gomito — per degustare questo meraviglioso dono di dio Bacco. Intanto, noi ne approfittiamo per fare quattro chiacchiere con il wine selector Paolo Matteucci:

 

Buonasera Paolo, come è nata la tua passione per il vino?

La mia passione è nata da giovane, frequentando le enoteche e conoscendo dei buoni maestri. Ce n’erano molti, in quei tempi.

Il Treebar è diventato uno dei punti di riferimento per il “bere bene” a Roma. Quanto è importante nel vostro “ecosistema” la selezione dei vini?

I vini per un locale come il Treebar occupano il 40% del fatturato beverage, sono fondamentali. Ancora di più lo è la ricerca e la selezione: sono queste che ci rendono unici.

 

 

Abbiamo un debole per i vostri vini Vulcanici.

Fate bene, sono molto interessanti, per vari motivi. È un tipo di viticoltura sempre manuale, quasi sempre a basso impatto ambientale, dati i terreni drenanti e con una spiccata identità territoriale.

Il vino è qualcosa di più di una bevanda alcolica. Ci spieghi in breve cosa significa per te?

La differenza è l’approccio: se decidi di seguire il mercato, il vino rimane una semplice bevanda; se consideri il vino un dono della natura, sarà il mercato ad adattarsi.

 

 

Ci consiglieresti un bianco e un rosso da poter assaggiare al Treebar?

Al momento consiglierei il Timorasso Archetipo 2014 il Poggio Piemonte: sapidità e mineralità. E La Caldera 2014, Occhipinti Lazio: finezza e interessante struttura.

Valerio Orvieto
Attore/Modello dell'anno... era il 1987 però. Abbandona Scienze Politiche a 8 esami dalla laurea perché essendo figlio di professionisti affermati se lo poteva permettere. Ad oggi pur sognando di fare lo scrittore o l'attore, per scarsezza di talento si limita ad organizzare eventi per DUDE MAG riuscendo a volte a finirli bene e altre rarissime volte a farsi pagare. Molto curioso e molto pigro. Legge tutto il giorno ma solo Facebook e Dudemag.it... e rigorosamente dal cellulare.
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