Ciecof & Co. n°2
Sul finire dei suoi primi dieci anni, qui compiamo una piccola rivoluzione, abbandonando il nostro formato classico – quello del magazine culturale a cadenza vagamente quotidiana – per presentare ogni mese un solo saggio e un solo racconto. Da queste pagine 24 autori ogni anno proporranno il loro filtro sul reale, manipolando inevitabilmente la personalità di Dude mag: ed è una cosa che ci rende enormemente curiosi.
2022
01 gennaio
Dude Mag
03 marzo
Alessio Giacometti
05 giugno
Simone Vacatello
07 novembre
Marco Montanaro e Gilles Nicoli
09 gennaio
TBA
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10 febbraio
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11 marzo
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12 aprile
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Ciecof & Co. n°2

I piedi si muovono da soli
?verso l’interno del bosco
?il cerchio è salvo?
23.6.1982





I piedi si muovono da soli

?verso l’interno del bosco

?il cerchio è salvo?

23.6.1982
Invasioni, Antonio Porta, Poesie 1956-1988
Nessuna mia bestiola è mai veramente salva, tutte le mie bestiole si muovono curiose spinte da una forza che non contenta e non sazia. Finiscono per fare la fine delle trottole, abbandonate nei vecchi bauli, riciclate e assemblate in programmi tv e gallerie d’arte. Ciecof & Co vengono da pianeti simili ai nostri e non spaventano nessuno. Ci si può irritare di tenerezza?
L’alieno Astrolabio calca il tappeto reale con la presunzione dei figli primogeniti, firma autografi come una vera diva e accanto alla Regina Elisabetta, mescola corona e fascia da sindaco. È tutto. È il potere e il sangue, il figlio eletto e il vincitore voluto dal popolo. In pochi sembrano accorgersi dei suoi occhi senza pupille, di tutto quel molle acido verde.
Telonio può solo disegnarsi punti interrogativi sulla testa. A lui spetta l’appuntamento con la rappresentazione ottocentesca del mito platonico degli uomini sferici. Provateci voi a parlare con qualcuno con doppio sesso, quattro braccia e quattro gambe. Provateci voi, andate avanti, provate a sentirvi uomini sferici in un villaggio vacanze. Provate a sfuggire a due chiavi che vogliono conficcarsi nella vostra pancia.
Ciecof è un presidente nudo, si scontra con un fante oplita dalla pesante e maliziosa armatura.
Ciecof non ha più coscienza, il presidente guardone diventa plastilina modellabile, si lascia spostare nella storia come una pallina impazzita. Io non sono un uomo; sono dinamite.
Sgancio ha Nietzsche come eroe, fin da quando era un fagotto di pelo. In una stanza di galeoni e divani incontra il suo mito travestito da supereroe. «Io conosco la mia sorte, si legherà un giorno il mio nome al ricordo di una crisi, come non ce ne fu un’altra simile sulla terra, al più profondo conflitto di coscienza, a una decisione proclamata contro tutto ciò che sin ora si è creduto, richiesto, consacrato.»Sgancio finirà con l’odiare il suo mito. La competizione finirà con lo schiacciare ogni alleanza.
Ma che fine fanno i costumi dei supereroi, quando sono strappati e sporchi di marmellata?
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Marica Benini
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