1. I popoli, le nazioni o le classi non esistono in natura: sono costruzioni politiche la cui funzione è di enfatizzare (all’esterno) o occultare (all’interno) i conflitti tra gli interessi. Non dite: «Il popolo vuole questo», ma dite: «Una parte della popolazione vuole questo, mentre l’altra vuole il contrario».

2. I rapporti di potere non sono una forma di violenza, ma l’espressione di un equilibrio tra le forze sociali, mediato da una classe dirigente. Non dite: «Il popolo è assoggettato», ma dite: «Una parte della popolazione è assoggettata all’altra parte».

3. I valori e le convinzioni politiche sono l’espressione razionale degli interessi di un certo gruppo. Non dite: «Questa credenza è irrazionale», ma dite: «Questa credenza può essere decifrata ricorrendo al codice retorico adeguato: ironia, metafora, iperbole, ecc.».

4. La società è un sistema complesso che presenta caratteristiche teleologiche emergenti di auto-organizzazione, cristallizzate negli usi e nelle tradizioni. Non dite: «Questa pratica è irrazionale», ma dite «Questa pratica ha una precisa funzione nell’equilibrio finalistico del sistema».
[Corollario: l’effetto delle singole decisioni è imprevedibile e spesso contraddittorio rispetto all’intenzione. Non dite: «Faccio questo per ottenere questo», ma dite: «Faccio questo per ottenere quello».]

5. L’ordinamento giuridico non definisce nessuna realtà esistente ma il mondo ideale fantasticato dai legislatori, realizzato in minima parte quando le risorse e i rapporti di forza lo permettono. Non dite: «Lo Stato di Diritto è il miglior sistema politico», ma dite: «Lo Stato di Diritto è il miglior sistema politico — sulla carta».

6. La validità dei risultati non dipende dalla bontà dei principi astratti ma dall’abbondanza delle risorse. Non dite: «Siamo una grande civiltà», ma dite: «Abbiamo potuto permetterci di essere grandi».

7. L’esercizio del potere consiste nel lasciare che dei professionisti autorizzati amministrino i criteri del vero, del bello e del giusto. Non dite: «Costoro hanno ragione», ma dite: «Costoro sono i miei padroni».

8. La critica del potere presunto dominante è la forma che prende il processo di selezione della classe realmente dominante: non a caso, il radicalismo si manifesta essenzialmente come pratica velleitaria. Non dite: «Questo è rivoluzionario», ma dite: «Questa è la solita minestra».

9. Correlazione non è causazione. Non dite: «Questa è la causa», ma dite: «Questo potrebbe essere il rimedio».

10. Ogni fenomeno simbolico è radicato nella sua dimensione materiale, e l’occultamento di questo rapporto serve gli interessi di una parte della popolazione contro l’altra. Non dite: «La cultura conta più dell’economia», ma dite: «Cultura ed economia sono la medesima cosa».
