Nascondere la mia vera identità dietro uno pseudonimo non mi impedisce di ammettere ciò che i lettori più attenti di questa rubrica hanno da tempo indovinato: appartengo alla quella frangia del PD chiamata dai giornali “minoranza Dem”, e dai renziani “minoranza Demmerda”. Ma lo pseudonimo è come un gommone – quello che si mette sul cazzo, non quello dei migranti – e oltre a non impedire i movimenti li agevola, perché posso lasciarmi andare finché ce n’è, e da dire eccome se ce n’è. La cosa che più di tutte vorrei puntualizzare, mannaggia a quel porco, è che oggi i miei compagni di fazione si stupiscono e si indignano, beati loro, ma IO L’AVEVO DETTO, e da mò, che ce lo prendevamo in culo pure a questo giro.
Facciamo un salto indietro di qualche mese, all’elezione di Biancospino Mattarella. Si sapeva da prima di Natale, che Napolitano si sarebbe dimesso, e ogni volta che chiedevano a Renzi del prossimo presidente della repubblica, lui ci girava intorno, faceva il vago. Quelli di Forza Italia si sbracciavano sullo sfondo per farsi notare e continuavano a ripetere che senza di loro non si faceva niente. E certo. Si sono fatti cagare in testa come il fidanzato della Cristoforetti quando giocano all’assenza di gravità. Arrivati al giorno d’inizio delle votazioni, Renzi candida Paperino Mattarella; scarica Berlusconi, compatta il PD, e tutti i miei compagni di partito a dire quanto è piacevole, quanto è pacifico, questo metodo Mattarella, abbiamo visto che funziona, usiamolo anche in futuro. E certo.
Peccato che il metodo Mattarella, come era già chiaro a Berlusconi, non consista nel tenere il PD unito, ma nel farla annusare di volta in volta a uno diverso per fare arrapare quello a fianco. Ricapitolando: Renzi stringe il patto del Nazareno con Berlusconi, la minoranza Dem s’incazza. Chi ne guadagna in consenso? Renzi, che fa la figura del pragmatico. Per l’elezione di Cinciallegra Mattarella, Renzi si accorda con la minoranza Dem, e Berlusconi s’incazza. Chi ne guadagna in consenso? Renzi, che fa la figura dell’uomo di polso. Viene il momento di votare l’Italicum: la minoranza Dem si sbraccia sullo sfondo per farsi notare, e continua a ripetere che senza di loro non si fa niente. GRANCHIO. Anzi, granchio più umiliazione. Ci siamo sentiti come D’Alema quando voleva chiamare una hotline e per errore ha chiamato Cuperlo. Anche in quel caso, l’equivoco si è chiarito dopo che erano già state dette cose imbarazzanti e difficili da ritrattare.
Stavolta, Renzi non l’ha nemmeno fatta annusare a noi per infoiare un altro; ce l’ha fatta annusare e poi ha lamentato il mal di testa. «Ma della riforma del senato possiamo discutere!» E certo. Quello è capace che se la fa votare dalla Lega Nord, e noialtri ci manda a fanculo una volta per tutte.