Campari Sportivi: derby Roma-Lazio
Sul finire dei suoi primi dieci anni, qui compiamo una piccola rivoluzione, abbandonando il nostro formato classico – quello del magazine culturale a cadenza vagamente quotidiana – per presentare ogni mese un solo saggio e un solo racconto. Da queste pagine 24 autori ogni anno proporranno il loro filtro sul reale, manipolando inevitabilmente la personalità di Dude mag: ed è una cosa che ci rende enormemente curiosi.
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Campari Sportivi: derby Roma-Lazio

Cinque tifosi misti tra Roma e Lazio ci aiutano a capire meglio il derby della Capitale riuniti dinnanzi a un aperitivo virtuale, e perciò socialmente sostenibile. Perché bello il calcio, e tutto, ma lo sport è una festa e senza vino non c’è festa. Non lo diciamo noi, lo dice il sindaco.

Cinque tifosi misti tra Roma e Lazio ci aiutano a capire meglio il derby della Capitale riuniti dinnanzi a un aperitivo virtuale, e perciò socialmente sostenibile. Perché bello il calcio, e tutto, ma lo sport è una festa e senza vino non c’è festa. Non lo diciamo noi, lo dice il sindaco.

Un momento in cui il derby ti ha fatto pensare che la tua vita coincidesse spaziotemporalmente con il migliore dei mondi possibili e un momento in cui ti ha invece causato invidia di Nick Drake.

Damiano Garofalo (storico, romanista): Per restare sulle emozioni più nitide, direi che il primo momento risiede senza dubbio nella capigliatura paglia e fieno di Federico Balzaretti, in lacrime, sotto la Sud. Per il secondo, più di Lulic 71′, direi Castroman 95′.

Adriano Masci (Lady Sometimes Records, laziale): Il momento migliore: il derby del goal di Behrami allo scadere, lui che esulta correndo e indica e urla “testa e cuore”, quello che è – a mio avviso – la vera lazialità. Il momento peggiore è forse il tacco di Amantino Mancini, Corradi che scivola e si perde la marcatura e lui che la insacca in maniera sontuosa, che schifo di circostanza, che invidia nera.

Ilaria Coccia (educatrice, romanista): 22 settembre 2013, ritrasferita da pochi giorni a Roma dopo una lunga trasferta bolognese, con gli occhi ancora provati da quel derby del maggio precedente in cui ho invidiato Nick Drake. Balzaretti al volo, gol, riequilibrio karmico.

Yael Calò (storica, laziale): Sarebbe troppo scontato nominare il derby del famoso Lulic 71′, quindi evito. Evito di farmi tornare quel brivido di pura soddisfazione lungo la schiena ogni volta che ci penso. Un derby degno di nota è quello dell’ 8 marzo 1998, gentili ragazze consegnavano mimose all’entrata dello stadio, in curva ricordo lo striscione “tanti auguri Tottina” e una vittoria su cui non avrei scommesso niente, il quarto derby consecutivo vinto… cose che in quei tempi non succedevano MAI. Uno dei derby che mi ha fatto perdere la testa è recente, un paio di anni fa, quando con la vittoria sulla Lazio i cari cugini hanno ottenuto il record di vittorie consecutive. Ma questa è la Lazio, la squadra che fa ottenere record… agli altri!

Fabio Poroli (linguista, romanista): La punizione di Vucinic con la barriera che si apre rimane tuttora il mio migliore dei mondi possibili, l’accadimento più incredibile della mia vita; non ricordo altri momenti, non ricordo affatto.

Tre cose aberranti che preferiresti sopportare piuttosto che sostenere l’ansia del pre-partita?

Damiano Garofalo (storico, romanista): Alla fine l’ansia pre-partita mi piace, quindi la cavalco con macabro e sadico piacere. Se devo proprio rispondere: incontrare Pablo Daniel Osvaldo al Monk con la maglietta dei Guns n’ Roses; un tandem Zeman-Mazzarri per la salvezza del Lugano in Super League; Walter Sabatini in un negozio di sigarette elettroniche.

 

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Crampi Sportivi
È una rivista online di approfondimento sportivo fondata nel maggio 2013. Ripudia la retorica, il buonismo, l’ingiustizia, la discriminazione razziale e la difesa a tre. Ripudia gli scarpini troppo colorati, i nostalgici dei bei tempi andati, i centrocampisti che non tirano mai e i tennisti che non scendono a rete. Ama uno sport raccontato dal divano, ma anche analizzato dalla scrivania. Il tentativo è quello di portare Zinedine Zidane e Dennis Rodman a cena dal professor Heidegger. www.crampisportivi.com
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