I campionati chiusi non esistono, così come i giocatori finiti. In Inghilterra il Chelsea si diverte a mescolare le carte, perdendo inaspettatamente contro il Crystal Palace e lasciando il Liverpool da solo in vetta. In Spagna le tre regine del campionato volano, promettendo un finale di stagione thrilling. Nella nostra serie A il Napoli affonda la Juventus e la Roma manda un messaggio eloquente alla capolista: questo campionato è ancora tutto da vincere. In questo scenario dai contorni mutevoli le sicurezze rimangono i vecchi campioni, giocatori dalla classe inossidabile a cui lo scorrere del tempo non toglie la magia del tocco.
I TRE CALCIATORI DELLA SETTIMANA
José Maria Callejón
A battere in campionato la Juve di quest’anno c’era riuscita solo la Fiorentina di Montella, complici quei 20 minuti di black-out – gli unici della stagione – della squadra di Conte. Di fronte alla prestazione del Napoli di domenica sera non c’è stato però bisogno di nessun buco nero, soprattutto se la martellante spina nel fianco (destro, come vediamo dallo screenshot che segue) si chiama José Maria Callejón.

Callejón macina chilometri sulla fascia destra.
Non spostando praticamente mai il suo raggio d’azione dalla fascia destra, il debordante primo tempo dello spagnolo costringe Conte a togliere Asamoah – che non lo ha mai visto – all’inizio della ripresa, per inserire Isla a destra e spostare Lichsteiner a sinistra, riuscendo in parte a limitare i danni. Gol di rapina e occasioni del primo tempo a parte, soprattutto per la costante capacità di infastidire una delle difese meno perforate del campionato, Callejón si aggiudica la palma di migliore in campo nel big match della trentunesima giornata della Serie A.
Ricardo Izecson dos Santos Leite, detto “Kakà”
Trentadue passaggi riusciti su trentanove, 82% di giocate andate a buon fine, un gol per tempo. Questo è (ancora) Ricardo Kakà, uno dei calciatori più forti di tutti i tempi, ultimo baluardo di un Milan immobilizzato nella palude del passaggio dinastico. Quest’anno, il fuoriclasse brasiliano ci ha abituati a sprazzi di classe immensa, alternati a lunghi momenti di pausa, probabilmente frutto di una condizione fisica non più eccelsa. Con il Chievo, però, Ricardo si ricorda di se stesso qualche anno fa, e sfodera una prestazione totale, a tutto campo.
I 32 passaggi riusciti su 39 effettuati da Kakà in Milan-Chievo.

La partita “a tutto campo” di Kakà.
Nei giorni scorsi, Adriano Galliani ha avanzato ipotesi circa una possibile partenza del brasiliano di fronte al mancato – ormai certo – raggiungimento di un posto per la Champions League del prossimo anno. Nonostante l’età, ricostruire il Milan senza Kakà, a oggi, sarebbe come preparare un Old Fashioned senza Angostura. Ma se È difficile essere un dio, come è intitolato un noto romanzo russo di fantascienza, i dirgenti milanisti sanno benissimo quanto sia ancora più arduo privarsi di uno che a trentadue anni fa ancora queste cose.

Juan Román Riquelme
A proposito di divinità, ce n’è una che molto probabilmente a giugno lascerà il Boca. Ma che a trentaquattro anni ci riempie ancora gli occhi – e i cuori – di gioia. Domenica sera, nonostante il suo ex-presidente Mauricio Macri gli abbia ricordato come «il tempo passa per tutti», Juan Román Riquelme ha giocato il suo ultimo, annunciato, Superclasico come fosse il primo, in una Bombonera completamente gialloblù.
Una volta, uno che ci capisce di pallone e che si chiama Jorge Valdano ha detto: «Chiunque, dovendo andare da un punto A a un punto B, sceglierebbe un’autostrada a quattro corsie impiegando due ore. Chiunque tranne Riquelme, che ce ne metterebbe sei utilizzando una tortuosa strada panoramica, ma riempiendovi gli occhi di paesaggi meravigliosi». Come questo qua:
I GOL DELLA SETTIMANA
Ronaldo Aparecido Rodrigues, detto “Naldo”
Nel basket, la responsabilità di “prendere” un tiro sulla sirena, che può rappresentare la differenza tra una vittoria e una sconfitta, solitamente se la prendono i fenomeni della squadra, quelli consapevoli che, anche sbagliando quel tiro, rimarrebbero comunque i fenomeni della squadra. A volte però, sulla sirena il pallone cade nelle mani sbagliate, o in questo caso nei piedi, e quando al novantesimo, sul pareggio, si profila ai trenta metri la sagoma di un difensore centrale intenzionato a tirare verso la porta pensi che la partita non avrà un lieto fine. Un secondo dopo sgrani gli occhi: proprio non te lo spieghi il gol di Naldo in Wolfsburg – Eintracht Frankfurt.
Ken Reichel
I gol, come le tele, diventano famosi se sono d’autore, ma a differenza di come succede nell’arte valgono tutti un gol. Reichel avrebbe pure un nome da pittore espressionista, ma fa il terzino sinistro nell’Eintracht Braunschweig, fanalino di coda in Bundesliga. Vagli a spiegare che certi tiri al volo sotto la traversa non sono di sua competenza.

Gareth Bale
Rubèn, portiere del Rayo, aveva raggiunto il massimo della serenità vedendo finalmente il pallone dall’altra parte del campo, dopo tre gol già incassati. Si rilassava sapendo che il pericolo era lontano, l’avversario stava pensando a difendersi e c’erano un bel centinaio di metri tra lui e il pallone. Ma aguzzando lo sguardo vide un pallino bianco impazzito che si avvicinava rapidamente e in pochi secondi lo vide trasformarsi in un enorme gallese lentigginoso. Bale. Il povero Rubèn pianse.
Infine, nel recupero del mercoledì tra Roma e Parma, sull’1-1 Pjanic decide di dribblare tutti, nascondere la palla con ambo i piedi, inventare una serpentina e confezionare una caramella per il Capitano. La bellezza intrinseca dell’assolo del bosniaco è direttamente proporzionale alla genialità tottiana nell’alzare il pallone per nasconderlo nuovamente, stavolta a Mirante, mentre si insacca in rete.

I MIGLIORI HARAKIRI DELLA SETTIMANA
Un harakiri è un suicidio rituale giapponese, particolarmente in voga nei campi di calcio internazionali di questa settimana. Andiamo a vedere i tre harakiri che ci hanno più emozionato, con una menzione speciale in coda.
John Terry
L’incornata di John Terry contro il Crystal Palace, ma nella porta sbagliata, merita ovviamente un posto in questa speciale classifica. La goffa finalizzazione è, infatti, soltanto l’ultimo errore di una dormita colossale del capitano dei Blues, che – come si vede bene dalle immagini – si fa superare ingenuamente dall’attaccante dei Glaziers, nonostante prima del cross fosse diversi metri in anticipo. Tentando di recuperare alla sua stessa distrazione, Terry dà vita a un lob di testa che spiazza Cech e costerà al Chelsea la sconfitta per 1-0, nonché il sorpasso ad opera del Liverpool in testa alla classifica della Premier.

Matthias Ostrzolek feat. Marwin Hitz
Cosa avrà pensato il portiere dell’Augsburg, Marwin Hitz, dopo aver salvato il risultato di uno scontro diretto con una parata d’istinto sull’attaccante del Mainz? Certamente, non si aspettava di perdere la memoria dopo una pallonata rifilatagli dal suo compagno, Matthias Ostrzolek, nel tentativo di allontanare il pericolo dalla porta da lui difesa. Questo post è per spiegargli perché il suo nome appare nel tabellino dei marcatori di Mainz – Augsburg 3-0. Per non dimenticare.
Michaël Ciani feat. Federico Marchetti
«Dove diavolo sta il pallone?», si chiede sorpreso Antonio Cassano guardandosi intorno, senza accorgersi che, non si sa bene come, dopo un paio di finte al vento di Ciani è finito in mezzo alle gambe aperte di Marchetti, in direzione «ostinata e contraria», verso la porta della Lazio. Anche per l’umiliante esultanza dell’attaccante del Parma, il pasticcio Ciani-Marchetti merita la vetta della top harakiri della settimana.

Menzione speciale, infine, per il folle retropassaggio di Fredy Guarin in Livorno – Inter.

I MOMENTI DI INCONSUETUDINE E CAOS DELLA SETTIMANA
Nicola Sansone
Nicola Sansone, esploso lo scorso anno con la maglia del Parma dopo una trafila delle giovanili piuttosto importante con il Bayern Monaco, si è messo in evidenza per una caratteristica particolare: nonostante una sostanzianziale incostanza nelle prestazioni, ha la capacità di diventare un fenomeno ogni volta che gioca contro una “grande”. Nel lunch-match di domenica improvvisamente gli scatta una molla e si mette a seminare il panico nella difesa giallo-rossa, facendo fuori sei avversari con un’azionemaradoniana.

Marcelo Estigarribia
Il povero Bologna se la passa davvero male. La ciurma di Ballardini ha affrontato cinque scontri diretti consecutivi perdendone tre e segnando solo due gol, entrambi dal dischetto. Avendo perso Alino Diamanti a gennaio, ha dovuto sostituirlo con un nuovo leader e non trovando di meglio ci si è affidati a Lazaros Christodoulopoulos, non proprio il massimo del calcio mondiale. Se poi a remare contro ci si mette anche l’entropia scatenata da un sinistro all’incrocio da fuori area di Marcelo Estigarribia, la serie B inizia a diventare un prospetto più che plausibile.

Josè Mourinho
«Quando avevo la tua età e facevo il raccattapalle, non diedi il pallone a un giocatore e quello mi rubò tutti i giocattoli, le figurine e gli animali domestici». A giudicare dalla faccia del giovanissimo ball boy del Crystal Palace, pare che Josè Mourinho gli abbia detto più o meno così. In una serata amara per i Blues, con lo spettacolo in campo che stenta a decollare, come al solito ci pensa lo Special One a trovare qualche giocata imprevedibile per regalarne un po’ dalla panchina.
A cura di Damiano Garofalo e Matteo Serra
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Crampi Sintetici è una rubrica di Crampi Sportivi è una rivista online di approfondimento sportivo nata con l’intento di portare Zinedine Zidane e Dennis Rodman al cena dal professor Heidegger.