Crampi Sintetici • Real Madrid & Ajax; Cristiano Ronaldo & Pjanic; Sodinha & Zarate
Sul finire dei suoi primi dieci anni, qui compiamo una piccola rivoluzione, abbandonando il nostro formato classico – quello del magazine culturale a cadenza vagamente quotidiana – per presentare ogni mese un solo saggio e un solo racconto. Da queste pagine 24 autori ogni anno proporranno il loro filtro sul reale, manipolando inevitabilmente la personalità di Dude mag: ed è una cosa che ci rende enormemente curiosi.
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Crampi Sintetici • Real Madrid & Ajax; Cristiano Ronaldo & Pjanic; Sodinha & Zarate

Il meglio della settimana calcistica, nazionale e internazionale, riassunta per voi.

 

Le squadre della settimana

1. Real Madrid 

Carlo Ancelotti sembra il tipo d’ uomo sicuro di sé, competente e rispettabile. Non sembra però un Mourinho, ovvero una di quelle persone per cui andresti all’inferno. Eppure l’apparenza deve ingannare perché uno come Di Maria il 29 Aprile, a Monaco, all’inferno c’è andato. Se il calcio è questione di tattica e disciplina collettiva, la partita del Real ne è stato l’esempio massimo, non si può negare che lo sforzo singolo di ogni giocatore ad andare oltre abbia contato. Di Maria, degno rappresentante di un calcio fatto di corse in avanti, questa stagione si è trasformato. A Monaco è di fatto partito come interno di centrocampo in un 4-3-3 diventando esterno in un 4-4-2 in fase difensiva. Riuscendo spesso però ad aiutare anche al centro, impedendo al Bayern di avere superiorità, e far ripartire la squadra, non sbagliando quasi nulla in fase di impostazione, Di Maria è stato il giocatore fondamentale di una squadra quasi perfetta.

Dati complessivi della prestazione di Di Maria, fonte Opta

 

Sebbene i primi due gol siano arrivati su calci piazzati, non si può negare che il gioco del Real abbia impressionato. Bale si è sacrificato molto in copertura spiegandoci che sì, anche chi è costato 100 milioni, può correre all’indietro. Benzema e Ronaldo hanno pressato i portatori di palla avversari impedendogli di trovare linee facili (il RM ha intercettato 16 palle, contro le 5 del BM). Offensivamente l’idea di Ancelotti è stata quella di sfruttare la velocità dei suoi attaccanti per transizioni veloci (sempre con molti effettivi, mai ad allungare la squadra) e il terzo gol possiamo dire ne sia un manifesto. In fase difensiva le due linee di centrocampo e difesa rimanevano sempre molto vicine impedendo al fraseggio del Bayern di essere incisivo. Inoltre è difficile ricordare un tale dominio di una squadra sulle palle alte (7 duelli vinti su 10 in fase difensiva).

Il Bayern, dal canto suo, ci ha provato, in quella che doveva essere la partita dell’anno, ha preso 2 gol in pochi minuti da Sergio Ramos e forse non sapremo mai se l’intento di Guardiola era arrivare al secondo tempo col Real stanco per cambiare qualcosa, togliere riferimenti davanti e sperare nell’infinito talento offensivo dei suoi giocatori. Se anche così fosse, troppo poco, troppo tardi. La ricerca dei famosi spazi di Guardiola è sembrata sterile e la scelta di un vero nove a scapito di un incontrista in più (se la rigiocasse credo metterebbe Javi Martinez in mezzo al posto di Mandzukic con Muller centavanti) può essere definito un errore. E a questo livello, con questi giocatori in campo, un errore lo paghi, lo paghi 4 volte.

2. Ajax

Di Frank De Boer piace sempre ricordarmi due cose. La prima è che è il personaggio noto che più ha delle sembianze canine. La seconda sono i suoi rigori sbagliati durante quel manifesto di italianità che è stata la semifinale di Euro2000.

Da quest’anno però Frank De Boer è probabilmente entrato nella dimensione dei grandi manager del calcio mondiale. Dopo i cinque campionati vinti da calciatore è arrivato questa settimana il quarto da allenatore. Facendo un po’ di conti ciò significa che, in 15 anni complessivi di militanza nell’Ajax, Frank ha vinto il titolo nove volte. Quasi due volte su tre. Facile comprendere allora il perché i tifosi dell’Ajax lo abbiano omaggiato con questa impressionante coreografia:

Il campionato olandese non rappresenta certo il massimo del calcio mondiale – ed è sempre incredibilmente avaro di sorprese (chi vuole giocare un 1 facile a quote ridicole solitamente sceglie sempre la Eredivisie) – ma l’Ajax è sempre un bel laboratorio di pallone. Quali sono i talenti più interessanti venuti fuori da quest’Ajax?

Segnaliamo innanzitutto Davy Klaassen, 21 anni; che è una di quelle seconde punte olandesi col pedigree finissimo, non a caso definito – un po’ enfaticamente – «il nuovo Bergkamp». Tecnica splendida, soprattutto nel primo controllo; fiuto del gol (10 in 22 presenze) e bel calcio, sia di destro che di sinistro:

In difesa il nome è Joel Veltman, destinato a ripercorrere la strada battuta negli ultimi anni da gente come Vermaelen e Vertonghen. Non ha il fisico possente del classico centrale olandese (184cm x 75kg), ma ha un baricentro abbastanza basso che lo rende difficilmente saltabile. E poi ha una tecnica migliore di tutti i centrocampisti del Milan, per dire. Cosa che lo rende a tratti spettacolare in fase di impostazione. Tra le sue caratteristiche anche un certa propensione al dribbling in percussione che gli fa rompere facilmente la prima linea di pressing:

Se però vogliamo parlare di predestinati allora parliamo di Daley Blind. Figlio di Danny Blind (futuro, ma un bel po’ futuro, allenatore dell’Olanda, che ha la tendenza a progettare allenatori a 10 anni come la Roma fa con i capitani), è stato già eletto la scorsa stagione giocatore dell’anno. Blind è uno di quei calciatori olandesi talmente completi tecnicamente e talmente intelligenti tatticamente che potrebbero davvero giocare in qualsiasi ruolo e zona di campo. Il caso vuole che però giochi per lo più sulla fascia sinistra e che sia già ora tra i primi 3-4 terzini sinistri al mondo.

I gol della settimana

1. Sodinha: Pare che il primo coro contro della storia del calcio sia stato usato dai sostenitori dell’Everton per insultare il loro portiere, colpevole di essere grasso. «Who Ate All the Pies? Ariotty Munced them all!». I tifosi del Brescia, famosi per l’ironia, oggi potrebbero fare lo stesso con Sodinha. Chi è Sodinha? Il nuovo giocatore di culto per tutti noi: pancia, ma quella vera, quella che al massimo dovresti scrivere di calcio, ma piedi da brasiliano (come è), anche quelli veri, verissimi. Come dimostrato col Cesena: carezza con la suola per saltare il difensore, carezza con la suola per saltare il portiere e gol.

2. Shelvey: La cosa davvero impressionante è immaginare quella frazione di secondo nella quale Shelvey, in una transizione di gioco concitata, trovandosi in mezzo al campo, pensa di fare uno stop a seguire per tirare:

3. Zarate: Non vi sarete mica già dimenticati di Mauro Zarate. Quel misto di metrosessualità, pianti al cesso e dichiarazioni fenomenali. Domenica ha fatto questo goal:

La caduta degli dei

C’è un film di Luchino Visconti che si chiama La caduta degli Dei. Racconta la Germania pre e post bellica. C’è anche un modo di dire, «La caduta degli Dei», spesso l’ha usato proprio il giornalismo sportivo, in maniera simbolica, per indicare brutte sconfitte di squadre gloriose. C’è poi la realtà che spesso è oltre la fantasia. E allora Gerrard, capitano e bandiera del Liverpool, nella partita che può farti mettere le mani su un titolo lontano 24 anni, non solo sbaglia uno stop che avrà fatto un milione di volte nella sua carriera, ma poi cade, cade male – scivola come un pinguino a paperissima – e il resto lo sapete anche voi. Impulsivamente la mente va al rigore sbagliato da Jonh Terry nella finale di Champions, una stupida scivolata del capitano ti toglie la vittoria più importante, incredibile. Un modo di dire, anche brutto, ma quelle di Terry e Gerrard sono la cosa più vicina alla caduta degli Dei di cui possa parlarvi, con buona pace della mitologia greca.

I giocatori della settimana

1. Cristiano Ronaldo: Sabato, contro l’Osasuna, a 3 giorni dalla partita più importante dell’anno, si era accentrato appoggiando leggermente la palla sotto l’incrocio dei pali:

Poi martedì è sceso in campo e dopo mezz’ora ha timbrato il cartellino (quasi un’ora più tardi segnerà il secondo gol con una punizione che il telecronista italiano – col solito invasamento nazionalistico – definirà à la Pirlo). L’immagine migliore di Ronaldo è questa sua esultanza stile All the Single Ladies:

Ronaldo è vorace di gol, di record, di dimostrare costantemente al mondo quanto sia migliore degli altri. Appena dopo aver segnato il due a zero in casa del Bayern ha avuto la lucidità di ricordare di aver superato il record di gol segnati in una singola edizione di CL.

2. Pjanic: Ci sono momenti della partita in cui la Roma gioca talmente bene a calcio da essere quasi oltraggiosa per l’avversario. Di solito questi momenti coincidono con le fasi in cui Pjanic, Totti e Ljajic iniziano a scambiarsi la palla.

Il gol di Pjanic ha rappresentato lo scioglimento in poesia della prosa calcistica della Roma. Nella prima finta di corpo con cui salta Montolivo sembra sintetizzare una nota considerazione di Cruijff: «gli avversari mi credevano veloce ma in realtà mi muovevo solo prima di loro»; nel secondo dribbling, il tunnel a Rami, concretizza invece una nota massima del Maestro Boskov: «i grandi calciatori vedono autostrade dove gli altri vedono solo sentieri».

Tutta la gara è qui, dove si può capire bene come nel secondo tempo Pjanic viaggi in una dimensione diversa:

3. Dempsey: Clint Dempsey in fondo è stato scarsamente apprezzato in Europa, tanto che lui a 30 anni ha deciso di tornare in patria, dove ogni settimana può fare il coatto a 360 gradi. Come nell’ultima giornata, dove ha sfoderato una prestazione sontuosa in stile Zinedine Zidane: tacchi volanti, assist visionari, tocchetti eleganti e due gol:

Momenti salienti

1. Culo a terra: Se c’è un momento di sintesi di perfezione calcistica questo è quando un avversario ti manda letteralmente col culo a terra con una finta:

2. Bla-bla-bla: Adem Ljajic non è uno che in area di rigore sta proprio sempre in piedi, qualche cartellino per simulazione l’ha beccato anche quest’anno. Eppure sono sembrati ridicoli anche a lui i tuffi di Mario Balotelli dell’ultima di campionato:

3. Fra le mani del portiere: I palloni di nuova generazione hanno colori illegali, fluttuano con traiettorie imprevedibili e riescono persino a rendere letterale l’espressione passa-fra-le-mani-del-portiere.

A cura di Marco D’Ottavi ed Emanuele Atturo

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Crampi Sintetici è una rubrica di Crampi Sportivi è una rivista online di approfondimento sportivo nata con l’intento di portare Zinedine Zidane e Dennis Rodman al cena dal professor Heidegger.

Crampi Sportivi
È una rivista online di approfondimento sportivo fondata nel maggio 2013. Ripudia la retorica, il buonismo, l’ingiustizia, la discriminazione razziale e la difesa a tre. Ripudia gli scarpini troppo colorati, i nostalgici dei bei tempi andati, i centrocampisti che non tirano mai e i tennisti che non scendono a rete. Ama uno sport raccontato dal divano, ma anche analizzato dalla scrivania. Il tentativo è quello di portare Zinedine Zidane e Dennis Rodman a cena dal professor Heidegger. www.crampisportivi.com
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