13 film per il 2013
Sul finire dei suoi primi dieci anni, qui compiamo una piccola rivoluzione, abbandonando il nostro formato classico – quello del magazine culturale a cadenza vagamente quotidiana – per presentare ogni mese un solo saggio e un solo racconto. Da queste pagine 24 autori ogni anno proporranno il loro filtro sul reale, manipolando inevitabilmente la personalità di Dude mag: ed è una cosa che ci rende enormemente curiosi.
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13 film per il 2013

Buon 2014.

 

  1. Hard to Be a God di Aleksej Jurevic German
  2. Act of Killing di Joshua Oppenheimer, Christine Cynn
  3. Gravity di Alfonso Cuarón
  4. Lincoln di Steven Spielberg
  5. A Touch of Sin di Jia Zhangke
  6. Lo sconosciuto del lago di Alain Guiraudie
  7. Snowpiercer di Bong Joon-Ho
  8. Pacific Rim di Guillermo Del Toro
  9. Blue Jasmine di Woody Allen
  10. Spring Breakers di Harmony Korine
  11. The Canyons di Paul Schrader
  12. La vita di Adele di Abdellatif Kechiche
  13. Dietro i candelabri di Steven Soderbergh

 

  • Questa classifica vale poco dato che non ho ancora visto gli ultimi film di tanti registi, mi dicono, meritevoli di attenzione.
  • Questa classifica può avere un ordine completamente differente. 
  • Non sono in molti ad essersene accorti ma il cinema è morto. Ed è anche già risorto (il geniale Paul Schrader, Holy Motors che è del 2012 ma che ho visto a Gennaio 2013)
  • Resistere dentro Hollywood oggi è la vera missione impossibile. L’unico che riesce ancora a far brillare le proprie visioni è Guigliermo Del Toro. E il meraviglioso sguardo “esterno” di Bong Joon-Ho.
  • Non ricordo due film di Spielberg così meravigliosamente logicamente consequenziali come War Horse e Lincoln. Anche se sappiamo già che al prossimo film ricambierà, ancora, le regole del gioco.
  • Più che a Tarkowski o Zulawski l’ultimo film di German sembra una carrellata di Fellini che non si è mai interrotta, ha cambiato epoca, pianeta e si è caricata di altri corpi, materiali, sguardi in macchina.
  • L’immagine più potente dell’anno è l’inquadratura/lago di Alain Guiraudie, magnificamente consapevole della propria finitezza e proprio per questo sfuggente, imprevedibile. Un’immagine dove tutto può ancora accadere.
  • Act of Killing. È doloroso trovarsi a pensare che forse il cinema può servire a qualcosa.  Ma non è vero. La simulazione può servire a qualcosa. Il cinema non serve mai a niente.
  • Woody Allen e Abdellatif Kechiche hanno fatto due grandi film di recitazione. Il primo è un narratore, il secondo è un osservatore. Blue Jasmine narra. La Vita di Adele osserva e narra. Quando osserva è straordinario, quando narra no.
  • Se si ha veramente mai amato il cinema non si può adorare Spring Breakers. Ma la sua furia distruttiva dice moltissimo su cosa è diventato il mondo e, di conseguenza, la sua “rappresentazione”.
  • Il 3D di Cuaron lascia davvero immaginare come può rinascere il cinema, cosa potrebbe diventare, cosa forse non sarà mai.
  • Ron Howard, Roman Polanski e Kyoshi Kurosawa hanno fatto dei bei film. Paolo Sorrentino ha fatto un film interessante.
  • Buon 2014.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Germano Boldorini
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