Essendo noi un blog letterario, leggiamo la totalità dei libri editi nel mondo. La nostra attenzione viene di solito captata da opere di ispirazione verista e da quelle in cui si parla di tecniche di pesca. A differenza dei buoni libri sulla pesca, la narrazione verista è viva e lotta insieme a noi ed è possibile in qualunque scantinato della comunicazione. Ebbene Lo Sgargabonzi può essere definito in molti modi, scantinato della narrazione verista è uno di questi. Eroe della comicità mal vista dalla borghesia, dedito al calembour pop, principino della provocazione, è approdato all’oggetto libro dopo anni di blogging estremo. Vi proponiamo prima una piccola selezione del suo lavoro online e un’intervista, in cui ci ha moralmente perculati, in preparazione dell’evento che lo vedrà protagonista sabato 10 maggio, dalle ore 19 alla libreria Altroquando di Roma.
C’è un significato particolare dietro al nome Sgargabonzi o è solo un nome molto strano?
Nove anni fa ricevetti una email il cui mittente era la Saclà Srl. In pratica mi dicevano che mi avrebbero pagato seimila euro al mese per aprire e curare nei contenuti un blog chiamato Lo Sgargabonzi. Lo feci, completamente controvoglia perché non avevo nemmeno il tempo di dedicarmici. Ai tempi ero cardiochirurgo, dovetti licenziarmi per aggiornare questo blog e inventarmi personaggi e storie col fine di compiacere quelli della Saclà. Ma dei soldi non ne seppi più niente. Provai a ricontattarli, nisba, non rispondevano. Al telefono facevano finta di non conoscermi. Fui pure segnalato alle autorità. Poi qualche mese fa è venuto fuori che era lo scherzo di un mio amico, Aldo, morto recentemente di sclerosi a placche.
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