L’incidente di Gao Xingjian
Sul finire dei suoi primi dieci anni, qui compiamo una piccola rivoluzione, abbandonando il nostro formato classico – quello del magazine culturale a cadenza vagamente quotidiana – per presentare ogni mese un solo saggio e un solo racconto. Da queste pagine 24 autori ogni anno proporranno il loro filtro sul reale, manipolando inevitabilmente la personalità di Dude mag: ed è una cosa che ci rende enormemente curiosi.
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L’incidente di Gao Xingjian

Letteratura si fa armeggiando sui sentimenti dei personaggi, scegliendo gli esiti migliori, ma soprattutto le premesse più affascinanti e coinvolgenti.

Ho scoperto che il C-Pop (musica popolare cinese) si suddivide in tre grandi sottogeneri: Cantopop (musica pop cantonese), Mandopop (musica pop mandarina), Hokkien-Pop (musica pop taiwanese). Questo per dire quanto i nomi spesso riescano ad evocare perfettamente un’atmosfera, un’ambientazione, uno stile o, in modo più preciso, la nostra occidentale idea di questi tre aspetti. In questo caso mi riferisco al kitsch/oro/fiori/rosa antico/cani drago/le corde pizzicate dello yueqin, tutte immagini che mi evoca ad esempio la parola: M a n d o p o p. Allora, con il senso di colpa di chi sa di essere prevenuto rispetto ad alcune cose, mi sono andato ad ascoltare questo C-pop e, sorpresa sorpresa, è esattamente come lo immaginavo, eccezion fatta per i cani drago. Ma questo non mi ha spaventato o deluso, perché ho scoperto un mondo immenso di artisti e di vicende umane molto interessante. Intanto dovete sapere che sono arrivato a studiare pop cinese e ad averlo sull’ipod, leggendo un racconto di Gao Xingjian. Se non siete a vostro agio con la letteratura contemporanea cinese, vi racconto: Gao Xingjian è il primo scrittore cinese a vincere il Premio Nobel per la letteratura (anno 2000), in giovinezza si fa due anni in un campo di rieducazione mentre le autorità fanno un falò di tutti i sui scritti, nel 1979 riesce a pubblicare nuovi lavori e soprattutto nuove pieces teatrali, il risultato è che tutte le sue opere sono state bandite in Cina e lui è stato costretto a fuggire a Parigi. Ancora oggi nella sua nazione è persona non grata. Se andate su Skype e parlate con un qualsiasi cinese di Gao Xingjian nessuno sa dirvi chi sia (è una prova che ho fatto realmente su un campione di 2-3 cinesi, ma forse non è esattamente una statistica esaustiva relativamente alla popolazione totale). Comunque oggi Gao Xingjian vive a Parigi e continua a fare lo scrittore, il drammaturgo, il traduttore, il critico, il pittore. L’incidente, è un racconto contenuto nella raccolta Una canna da pesca per mio nonno (edito Rizzoli). Un incidente è un collidere di concause, nient’altro, poi se ne può fare un pezzo giornalistico e se ne può fare letteratura. Letteratura si fa armeggiando sui sentimenti dei personaggi, scegliendo gli esiti migliori, ma soprattutto le premesse più affascinanti e coinvolgenti, fino ad arrivare al grande BAM. L’incidente di Gao (il quale mi perdonerà se lo chiamo con il più agevole nome) elude i due precedenti procedimenti e descrive esclusivamente il momento dell’incidente, come un inesorabile meccanismo che compie il suo movimento. Pechino 1983, una bicicletta che trasporta una carrozzina con un neonato attraversa la strada, nella direzione opposta arriva un autobus a due vetture. L’autobus non rallenta, la bicicletta è decisa a superare l’incrocio e preme sui pedali, l’autobus comincia a sterzare, la gente si volta. Questo meccanismo concentrico avanza a rallentatore, attirando gli elementi della narrazione fino ad un unico punto, un punto che Gao trasforma in un momento lirico, e che lascia dissolvere sulle brevi frasi dei testimoni e dei curiosi accalcati attorno al fatto ormai compiuto, fino alla chiusura del racconto con alcune considerazioni sull’enigmaticità della morte. Durante questo infinitesimale momento di intensa quotidianità, Gao parla di una canzone che risuona tranquilla da una vecchia radio, la cantante è Deng Lijun. Questa donna è la più grande rappresentate del C-Pop degli anni ’70 e ’80, spopolava in Corea, Giappone, Thailandia, Vietnam, Malesia, Indonesia. Inoltre era famosissima anche nella Cina continentale, con l’unica variante che per un lungo periodo lì le sue canzoni erano illegali, data la sua provenienza da Taiwan. Ma era noto che in segreto tutti la ascoltassero, anche le alte cariche del governo. Ascoltare le armonie kitsch/malinconiche/ultraromantiche della Deng durante la lettura di un infinito scontro mortale, si è rivelato un accostamento terribilmente epico e commovente, finezza dell’abile Gao drammaturgo, che mi ha portato inoltre a scoprire un altro curioso intreccio. Sì, perché Deng Lijun nell’89 si è esibita a Parigi come portavoce degli studenti in protesta in Piazza Tiananmen. In quello stesso momento (e in quella stessa città) Gao rassegnava le dimissioni dal Partito comunista cinese. E allora basta, senza sbrodolare troppo oltre posso dire che adesso, ogni volta che penso all’incidente, alla tensione che si dissolve e ai passanti che si allontanano, penso al giovane Gao che lascia la sua nazione e alla Cina che si volta dall’altra parte. Ma le note della bella Dend Lijun (carina, un po’ troppo d’epoca) superano muri e muraglie e vengono ascoltate ovunque. Valerio Coletta BOOKSKYWALKER: Come Lukeskywalker cerca di sollevare l’astronave dalla palude di un pianeta sconosciuto, Bookskywalker cerca di sollevare la letteratura dalla vischiosa melma che è la vita, in un pianeta sconosciuto che è il nostro. In questa rubrica per DUDE si occuperà di racconti (sconosciuti, famosi o famosissimi) e li proporrà come fascinosa alternativa alle nottate alcoliche e alle droghe sintetiche.

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Come Lukeskywalker cerca di sollevare l’astronave dalla palude di un pianeta sconosciuto, Bookskywalker cerca di sollevare la letteratura dalla vischiosa melma che è la vita, in un pianeta sconosciuto che è il nostro. Su www.bookskywalker.it
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