La ricerca della Verità
Sul finire dei suoi primi dieci anni, qui compiamo una piccola rivoluzione, abbandonando il nostro formato classico – quello del magazine culturale a cadenza vagamente quotidiana – per presentare ogni mese un solo saggio e un solo racconto. Da queste pagine 24 autori ogni anno proporranno il loro filtro sul reale, manipolando inevitabilmente la personalità di Dude mag: ed è una cosa che ci rende enormemente curiosi.
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La ricerca della Verità

Vedi un libro che si chiama La Verità, la prima cosa che pensi è BUMM!!

Vedi un libro che si chiama La Verità, la prima cosa che pensi è BUMM!! — poi ci ripensi un attimo e ti dici che magari è un titolo ironico, oppure un testo di filosofia. Ma La Verità (Visiogeist, 2015), opera prima di Edoardo Dezani e Alessandro Longo, non è un libro comico e nemmeno un saggio in senso stretto.

Una rapida occhiata ai contenuti rivela un calderone iper-colorato di infografiche, piani cartesiani, quadrati semiotici e altri diagrammi più e meno conosciuti; teorie enunciate in tono spesso perentorio; pagine di approccio più diaristico, venate di malinconia; e rubriche che sfuggono alla classificazione come Dio è morto – Gli è apparso Padre Pio (in grafica da Cronaca Vera) o Estensione del dominio della friendzone (feat. Diego Fusaro nelle vesti di Barney Stinson).

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A una lettura più attenta, non diminuiscono gli indizi che rimandano alle provenienze intellettuali e formali più diverse; al contrario, si comincia a intuire che è proprio questa la cifra stilistica attraverso cui gli autori hanno voluto realizzare un libro “d’avanguardia”, e proporre su carta un’esperienza simile a quella della navigazione sul web. Il centro di coerenza de La Verità sembra essere un bersaglio mobile: né individuabile a priori, come un’idea da esplicitare, né in corso di fruizione, come il tema di un romanzo, ma a posteriori, come una nuvola di punti e una mappa di posizioni in cui si muove “la Verità” – e non sembra un caso che l’immagine di copertina sia proprio quella di una mappa, la cartina di una metropolitana.

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Il filo conduttore più evidente nel testo è sicuramente l’ambiziosa teoria del Tutto con cui gli autori cercano di spiegare «il funzionamento dell’umanità e dell’universo». È un pensiero presentato per affermazioni apodittiche – talvolta spiazzante proprio in quanto privilegia le conclusioni rispetto all’argomentazione – che descrive l’odierno mondo “aziendalizzato” con modelli tipici della stessa economia aziendale. Inoltre, fa man bassa di riferimenti letterari, filosofici, scientifici e più generalmente pop, nel tentativo apparente di sintetizzare in un’unica panoramica le fasi della vita umana, le dinamiche della società e i concetti fondamentali dell’esistenza.

Anche quella teorica, d’altra parte, è solo una delle voci che parlano attraverso La Verità; o meglio, è solo uno dei registri in cui può esprimersi la voce di questo libro. La polifonia qui non dipende dalla presenza di più “personaggi” o parlanti riconoscibili, ma dalla giustapposizione di prospettive diverse nello stesso contesto: alla sicurezza quasi cinica dell’analisi di fisica sociale si contrappongono e si sommano pagine come Il progresso è il mio Dio o Falso in bilancio, che tramutano la sicurezza in disperazione; Morte o la già citata Estensione del dominio della friendzone, che conducono il ragionamento al parossismo e alla deflagrazione; infine, Cento cose da dire al momento dell’orgasmo e Cinquanta frasi da dire in punto di morte mostrano la crisi di valore degli stessi stati umani più eccezionali, degradati a momenti mondani cui preparare non lo spirito, ma il motto di spirito. Del resto, se la società è una piramide, mettere gli altri a disagio fino all’ultimo è il modo migliore di scalarla e conseguire il Progresso.

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È impossibile rendere conto in dettaglio della molteplicità di sfumature, frizioni e divagazioni che si producono ne La Verità, senza copiarne per intero i contenuti. La ricerca di senso, infatti, non è solo uno dei temi ricorrenti del libro, ma anche l’esercizio al quale il lettore è costantemente invitato: per farlo, è necessario prendere distanza da ciascun singolo oggetto (testo, infografica, screenshot…) e valutare la rete di relazioni che tra essi intercorre. Anche in questo caso, si tratta di un’esperienza simile a quella che ogni giorno affronta chi vuole trovare un ordine, una priorità e una verità nelle informazioni da cui è investito. Se a prima vista il libro sembra proporsi come il manuale di una Verità condensabile, necessariamente semplicistica, un secondo sguardo lo rivela come un sistema più complesso che riproduce della Verità anche la crisi e gli aspetti meno decidibili, rimessi all’effetto dell’interazione tra le parti piuttosto che alla prevalenza dell’una sull’altra.

 

La Verità, di Edoardo Dezani e Alessandro Longo, è acquistabile sul sito della casa editrice Visiogeist al prezzo di 15 €.

Daniele Zinni
È redattore e traduttore dall’inglese per DUDE MAG. Suoi racconti e scritti vari sono usciti o usciranno a breve su Nuova Tèchne (Quodlibet), Crampi Sportivi, FUOCOfuochino, 404 File not Found, Lapisvedese e Nuovi Argomenti.
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