“The Game Unplugged” ← Valentina Rivetti e Sebastiano Iannizzotto
Sul finire dei suoi primi dieci anni, qui compiamo una piccola rivoluzione, abbandonando il nostro formato classico – quello del magazine culturale a cadenza vagamente quotidiana – per presentare ogni mese un solo saggio e un solo racconto. Da queste pagine 24 autori ogni anno proporranno il loro filtro sul reale, manipolando inevitabilmente la personalità di Dude mag: ed è una cosa che ci rende enormemente curiosi.
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“The Game Unplugged” ← Valentina Rivetti e Sebastiano Iannizzotto

Valentina Rivetti e Sebastiano Iannizzotto ci hanno raccontato dell’affascinante progetto einaudiano “The Game Unplugged”.

Questo intervento fa parte della rediviva newsletter di Dude Mag. Per riceverla, tac!, basta cliccare qui

Per questo attesissima rinascita, abbiamo ospitat il contributo di Valentina Rivetti e Sebastiano Iannizzotto, che ci hanno raccontato le idee e le motivazioni alla base dell’affascinante progetto einaudiano The Game Unplugged — risposta, approfondimento e indagine a partire da The Game di Baricco .

Unplugged nasce dalla volontà di continuare un discorso iniziato da Alessandro Baricco con The Game. Dopo aver detto «questa è l’acqua», ci sembrava importante dare voce anche ad altri punti di vista, ad autori e autrici che nella loro vita si trovano a ragionare sulla composizione di quest’acqua, e sul recipiente che la contiene. E ci sembrava altrettanto importante che a farlo fossero alcune delle persone che oggi, a diverso titolo, animano il dibattito culturale in rete e sulla rete. 

Il risultato sono dodici saggi che illuminano dodici pezzi del mondo che stiamo vivendo, chi interrogandosi sulla natura dell’umano, su come questa abbia reagito a contatto con la rivoluzione digitale e su quali scenari immediatamente futuri sia possibile immaginare (dal mal d’archivio, ai bot, alla datafied society, sono i saggi di _TO BIT OR NOT TO BIT); chi “esplodendo” alcuni punti della mappa tracciata da Baricco con una certa attenzione a come noi esseri umani usiamo il Game, come lo abitiamo e spesso come gli resistiamo o lo cambiamo dall’interno (dalle serie tv allo shitposting, sono i saggi di _PLAY THE GAME); e infine chi ha mostrato quelle che sembrano non tanto delle strettoie del Game ma proprio dei punti ciechi e ha posto così una domanda sul sistema (sono i saggi di _CHANGE THE GAME).

“Mettere” queste riflessioni in un libro che avesse anche una certa attenzione per la forma – che restituisse cioè un contenuto consistente, ambizioso, senza essere un pataccone accademico, perché farsi leggere è una responsabilità e non una possibilità – era un modo per dire «c’è una generazione che vede le cose in questo modo». 

Quando ne abbiamo discusso, Alessandro ci ha chiesto poche cose: che i saggi avessero una voce, che fossero ambiziosi e non necessariamente in accordo con quanto scritto da lui in The Game. L’idea di questo libro non è fare il punto definitivo e ultimo sull’Internet (saremmo dei pazzi ingenui), ma piuttosto fornire strumenti e partecipare a un dibattito che deve succedere adesso, non tra vent’anni, e che deve interessare tanti perché è della nostra vita che si sta parlando. Ecco perché diversi saggi portano visioni, e anche sofferenze, che in The Game non sono esplorate. Non è obbligatorio che questo scarto venga letto con una cifra ideologica, c’è piuttosto una questione di vicinanza. E a tal proposito aggiungiamo solo una citazione. Non abbiamo potuto infilarla nel testo ma ci è piuttosto cara, e dice qualcosa di com’è stato fare questo libro.

«Passengers are advised to hug each other to keep warm. Since I’m the only passenger, I hug my android cabin attendant. I wonder if it’s her mechanism or just my imagination…

But I sense some responsive warmth in her artificial body. Why do you want to Leave?» (2046, Wong-kar Way).

Valentina Rivetti, Sebastiano Iannizzotto.

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