C(H)ORDE – La versione di Mamo
Sul finire dei suoi primi dieci anni, qui compiamo una piccola rivoluzione, abbandonando il nostro formato classico – quello del magazine culturale a cadenza vagamente quotidiana – per presentare ogni mese un solo saggio e un solo racconto. Da queste pagine 24 autori ogni anno proporranno il loro filtro sul reale, manipolando inevitabilmente la personalità di Dude mag: ed è una cosa che ci rende enormemente curiosi.
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C(H)ORDE – La versione di Mamo

Se Mamo fosse nato in Inghilterra sarebbe stato uno di quei nobili blasfemi e incazzosi che, nonostante tutto, durante le allegrissime cene della nobiltà, avrebbe saputo…

Se Mamo fosse nato in Inghilterra sarebbe stato uno di quei nobili blasfemi e incazzosi che, nonostante tutto, durante le allegrissime cene della nobiltà, avrebbe saputo come dare del Lei alla regina, conversandoci amabilmente. Sarebbe finito su tutti i tabloid perché avvistato sulla Ferrari California di Paris Hilton o perché, accanto a Spike Lee, al Madison Square Garden, avrebbe inveito contro «quel negro ciccione di Shaq».
L’Italia, invece, gli concede al massimo il natale a Cortina da bambino e Spike Lee glie lo fa conoscere per miracolo (a Sant’Anna) grazie ad un aperitivo in centro.
Il personaggio è interessante; o quanto meno curioso: bassista, turnista, produttore musicale, manager, organizzatore. Anche se non sembra, lavora per davvero.
Ricco non è, abita a Roma Nord, ma in quella sbagliata per vivere senza un lavoro, e quindi si inventa le cose; non come quelli che inventavano le cose per
I Cervelloni, lui crea Eventi. Tipo C(h)orde: una di quelle rassegne per la quale lavori tutto il giorno, litighi con un po’ di persone, ci fai pace, ci litighi di nuovo, ci ri-fai pace e ci esci a prendere una birra. Lavori tutto il giorno e non è detto che tu non sia costretto a fare pure l’autista. Magari farai pure l’autista, ma alla fine ti metti in tasca due, tre, quattro, diecimila soldi… Nonnò, alla fine di tutto forse ti resta un rimborso spese. E vabbè, ma allora sei fuori di testa! Adam Smith ha parlato a vanvera? No, non lo ha fatto; le Imprese che generano ricchezza sono quelle che producono gioia. E con un prequel come Balanescu quartet plays Kraftwerk almeno un po’ più “ricco” ti senti.
DUDE: Daje produttore di gioia, arricchiscici. Che è C(H)ORDE?

MAMO: È una rassegna di ricerca musicale. Niente di più, una rassegna però con una direzione artistica che sceglie e definisce il calendario seguendo il concetto dal quale si è partiti e non come dei semplici selezionatori che si affidano alle agenzie per scoprire quale artista “paraculo” sia in tour in Italia in quel momento.
E comunque nasce così: all’inizio di aprile Giuseppe Ponti (Ponderosa) mi dice che Alexander B?l?nescu sta portando in scena “Balanescu quartet plays Kraftwerk”; mi sono attaccato alla giacca di Giulio(1) e ho cominciato con un inesorabile quanto maturo “produciamolo noi, produciamolo noi, produciamolo noi, eddai eddai eddai” che non ha potuto che convincerlo. Questo e la volontà di mostrare il Lanificio non solo come discoteca ma anche, e soprattutto, come quel “magazzino d’arte” che troppo spesso viene dimenticato ci hanno convinto. Volevamo portare una nostra produzione fuori dallo scenario solito di via di Pietralata, proponendo al pubblico del Lanificio le sonorità elettroniche al quale è abituato ma mostrandogli anche, attraverso dei veri musicisti, come si Fa musica. Quindi ci siamo messi al tavolino con Raffaele (2) e Riccardo (3) della Snob Production e abbiamo creato l’evento. La riuscita è stata totale, la collaborazione con Snob essenziale nella cura della location, della produzione e della comunicazione. Sala stracolma, pubblico entusiasta, critica affascinata, noi soddisfattissimi, utili: pochi.
In quel giorno, un concerto nato per essere un appuntamento unico è diventato il prequel della rassegna che sarebbe partita sette mesi dopo, facendo dell’anomalia di un concerto la linea guida della rassegna. In fondo C(h)orde è come vedere una partita di calcio in uno stadio senza pista d’atletica (cit.)

Entra Simona (4): «Oddio ma che hai fatto ai capelli?! Sembri un gay berlinese con 10 anni in meno.»
«Vabbè te ne vai affanculo che stamo a lavora!?»
D: Chi sono e perché sono stati scelti questi artisti?

M: La voglia di creare una rassegna anomala ci imponeva delle scelte quanto meno adeguate; Fink che fonde sonorità acustiche ed elettroniche; gli “A hawk and an hacksaw” (AHAAH) che portano con sé la contraddizione di nascere nel profondo sud degli Stati Uniti e diventare tra i massimi esponenti della musica balcanica e zigana; Ben Frost, grazie al quale la rassegna, dopo concerti più prettamente acustici, virerà drasticamente verso l’elettronica; e un quarto che lasciamo come dolce sorpresa, compongono questa prima stagione di C(H)ORDE che chiuderà a febbraio.
D: E la location? Non siete tanto normali a fare una rassegna in chiesa.
M: Beh, quella è stata una chicca di Snob, chiesa evangelico metodista al centro di Roma, appena ce l’hanno proposta, c’è sembrata perfetta per quello che avevamo in testa; certo, allestire un palco in chiesa, non è propriamente comodo. Uno è abituato ad avere la sua bella presa 220, attacchi tutto e via, lì no, c’hai le prese a muro, come quelle di casa, l’impianto elettrico non è studiato per fare i concerti, ogni tanto ‘na puzza de fili bruciati… e poi durante il concerto la paura più totale che da un momento all’altro salti tutto… insomma: un bucio de culo (5). Se po’ dì “bucio de culo”?! E infatti è la prima volta che in Italia si fa una rassegna di questo tipo in chiesa.
Alla fine però il risultato è incredibile, vedersi un concerto del genere con quell’ambientazione lì ha un impatto emotivo enorme.
D: Fine. Ma quanto hai parlato?! Mica dovrai fare i ringraziamenti?
M: Per prima cosa a tutta la Snob Production; a Giuseppe il tecnico del suono; a tutto lo staff che per ogni concerto allestisce e smonta il palco; e a Eric Nofke, il pastore della chiesa, sempre disponibilissimo, primo tifoso di C(h)orde, che durante i concerti si mette in galleria con la moglie e il cane, si bevono una birretta, e si godono il concerto, fantastici.
Grazie ai NotFromEarth (6); a Marianna che compra sempre il primo biglietto ad ogni concerto, E grazie al Dio Evangelico Metodista che è molto più simpatico di quello cattolico.
D: Basta con ‘sti ringraziamenti, mica hai vinto Sanremo.
Ci vediamo in chiesa. Amen.
Sopra, al centro, Mamo.
NOTE:
(1) Amorosetti, epica figura del Lanificio. Quello alto che sorride poco.
(2) Costantino, dj, produttore, giornalista musicale e socio fondatore della Snob Production.
(3) Bertini, Pro tools editor, musicista e produttore.
(4) Perfetti, ufficio stampa di C(h)orde per il Lanificio.
(5) Fatica innaturale.
(6) Pare sia un gruppo musicale scandinavo.

Antonio Bussu
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