Gli Hospitality sono Amber Papini, Brian Betancourt e Nathan Michel. Con un contratto con la Merge, e due dischi all’attivo, la band, di casa a Brooklyn, è senza dubbio uno dei progetti indie-pop più interessanti in circolazione.
Abbiamo fatto due chiacchiere con la band, poche domande per poi lasciare spazio alla loro musica.
Ciao ragazzi! Ho letto che vi siete trasferiti a New York solo qualche anno fa, giusto? Quanto è stato importante questo trasloco per la vostra carriera?
Sì sì, è giusto. Beh, secondo noi trasferirsi a NY ha aiutato parecchio. Qui, oltre ad esserci una grande comunità interessata alla musica, ci sono anche moltissimi locali pronti a supportarla.
Cosa ha significato il contratto con la Merge?
Siamo stati onorati nel sapere che la Merge voleva pubblicare il nostro disco. Hanno tantissime band grandiose, ed eravamo elettrizzati all’idea di far parte di quel bel gruppo.
Mentre ascoltato il vostro ultimo lavoro mi sono accorto di qualche differenza rispetto a quello precedente. Qualcosa di meno leggero, lontano dalla definizione indie-pop che si usa per catalogarvi sul web. Pensate che questa definizione sia ancora adatta a voi? Avete cambiato qualcosa nel vostro approccio alla musica?
In realtà no, non abbiamo cambiato approccio nel nostro modo di fare musica. Il processo è rimasto sempre lo stesso, ma abbiamo tanti altri interessi musicali che sono lontani dall’indie-pop e che ci piacerebbe molto coltivare nel futuro.
È tutto ragazzi, grazie mille!
Grazie a te!
Spero di vedervi in Italia il prima possibile!
Lo speriamo anche noi!