Mish Mash, il nuovo festival indie italiano
Sul finire dei suoi primi dieci anni, qui compiamo una piccola rivoluzione, abbandonando il nostro formato classico – quello del magazine culturale a cadenza vagamente quotidiana – per presentare ogni mese un solo saggio e un solo racconto. Da queste pagine 24 autori ogni anno proporranno il loro filtro sul reale, manipolando inevitabilmente la personalità di Dude mag: ed è una cosa che ci rende enormemente curiosi.
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Mish Mash, il nuovo festival indie italiano

La nuova musica, soprattutto italiana, puntando su tutti quei nuovi nomi che stanno emergendo e che trovano riscontro anche fuori dal circuito indipendente, con passaggi in radio e grandi numeri su tutte le piattaforme on-line. Questo è Mish Mash Festival, organizzato l’11 e 12 agosto nel complesso del Castello di Milazzo, in Sicilia, con un […]

La nuova musica, soprattutto italiana, puntando su tutti quei nuovi nomi che stanno emergendo e che trovano riscontro anche fuori dal circuito indipendente, con passaggi in radio e grandi numeri su tutte le piattaforme on-line. Questo è Mish Mash Festival, organizzato l’11 e 12 agosto nel complesso del Castello di Milazzo, in Sicilia, con un palco affacciato sul mare che ospiterà anche performance d’arte.

 

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Le ambizioni degli organizzatori infatti non si fermano alla musica: «Il Mish Mash Festival, che prende il nome dallo slang americano e significa contaminazione e mescolanza, nasce prima di tutto come evento di musica Indie, Electro, Rock, ma in realtà, sin dalle primissime fasi organizzative, ha assunto una fisionomia multiforme trasformandosi in una manifestazione culturale a 360 gradi in cui l’obiettivo sarà far dialogare diverse forme d’arte» ci dice Checco, uno degli organizzatori, che già alla prima edizione vedrà sul palco Calcutta, C+C=Maxigross e Matilde Davoli, assieme a Music For Eleven Instruments, When Due, Celluloid Jam e Bruno Belissimo. Non solo musica quindi, ma anche «video mapping, visual, showcase, performance e installazioni distribuite in tutta l’area festival».

 

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Parliamo un po’ del Castello: la Cittadella Fortificata di Milazzo è sorta in età normanna su antichi insediamenti greci, romani, bizantini e musulmani, e costituisce oggi uno dei più imponenti complessi fortificati d’Europa. «Una storia ricca, stratificata e multietnica. Un esempio di contaminazioni positive, ed è per questo che l’abbiamo scelta: rappresenta al 100% lo spirito del Mish Mash» mi rassicura Lucrezia, anche lei tra gli organizzatori.

 

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L’esigenza di un festival nuovo, e soprattutto innovativo, nasce da un lato «dalla volontà di trattare temi storicamente e culturalmente importanti in una chiave fresca e innovativa, e poi dalla voglia di produrre finalmente un evento importante e d’impatto, con l’obiettivo di operare una densificazione culturale calata e contestualizzata nell’attualità, anche grazie all’aiuto delle realtà culturali e di promozione sociale del territorio, creando un’unica entità riconosciuta dalle varie associazioni che abbiamo chiamato “Mosaico”, mi spiega Francesco, una delle menti dietro il Festival.

Il Festival vuole essere quindi un momento di arricchimento sociale e culturale lungo due giorni, un rinforzo positivo e strumento efficace per sensibilizzare ed esorcizzare pregiudizi e tabù, un luogo in cui la musica e l’arte diventano un mezzo per esprimere i valori della diversità, del rispetto, del dialogo e del confronto.

Inoltre «la manifestazione si pone come obiettivo quello di offrire agli appassionati di musica una vasta gamma di generi musicali che negli ultimi anni ha interessato un pubblico sempre più ampio, ingaggiando artisti che hanno sviluppato nuove idee producendo album dalle tonalità fresche ed accattivanti. – dice Gabriele, anche lui in prima linea per la buona riuscita di Mish Mash – Vogliamo proporre una continua ricerca di nuovi talenti musicali, una sorta di talent scouting volto a valorizzare cantautori e producer che meritano visibilità e ascolto, confrontandoci alla pari con altri importanti festival italiani».

«Vorremmo essere conosciuti per il nostro coraggio e per la bellezza dei luoghi che ospiteranno il Festival. – conclude Carmelo, che parla dei buoni propositi per le prossime edizioni – Ci sentiamo pazzi e coraggiosi al tempo stesso. Vogliamo trasmettere il nostro entusiasmo e la nostra professionalità a nuovi operatori del settore, a nuovi finanziatori, ad artisti internazionali ma soprattutto ad un pubblico sempre più attento e pronto alle novità. Vorremmo che il progetto Mish Mash possa crescere sempre di più negli anni diventando un evento di riferimento oltre i confini nazionali»

 

Line up:

 

11 Agosto:

Music For Eleven Instruments

C+C= Maxigross

Calcutta

 

 

12 Agosto:

When Due

Celluloid Jam

Matilde Davoli

Bruno Belissimo

 

    

Dario Chimenti
Romano, classe 1989. Giornalista pubblicista occasionale, mi piacciono la musica suonata con attitudine rock e i film, non mi piace chi parla al cinema. Dicono di me: «Non dà alcun valore ai soldi, usa la sua proprietà e quella del governo con negligenza». Sono una persona interessante, ho tante cose da dire e faccio molto ridere. Un giorno mio cugino ha detto che sono immorale.
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