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EDITORIALE – Radunare, accogliere e creare progetti di qualità, relegati immeritatamente ai margini e privi di visibilità. Senza parlare per generazioni, senza fare politica, senza ricercare il divo e la vittoria facile, i facili entusiasmi ed il già sentito. Anche mandando alto il rigore sopra la traversa.
Mostrare l’artista ed il suo lavoro, le foto, il reportage, i film, la musica, il colore, le persone, le lettere.
Partire da una città ed un paese apparentemente morti ed asfittici, moribondi, ma spesso invisibilmente e visceralmente vivi, sommessamente produttivi, umanamente ricchi.
Arrivare ben oltre questa città e questo paese: non a caso sono nate le redazioni di Londra e New York. (Ché rinchiudersi nel proprio orto sarebbe sciocco. Eppure non curarlo lo sarebbe persino di più).
Per quanto scricchiolante, incerta e frammentata (come noi, come questa città e come questo paese) una realtà viva si è rivelata nei dieci mesi di lavoro che hanno portato DUDE alla nascita e alle vostre mani.
Per non continuare a sentire, come quell’insoddisfatto uomo in Islanda*, nostalgia del presente. Che pure c’è, ci accompagna, ma finalmente si allontana almeno un po’, almeno per oggi da noi nell’atto del fare. Per ora, buona lettura.
editor@dudemag.it
*In quel preciso momento l’uomo si disse:
che cosa non darei per la gioia
di stare al tuo fianco in Islanda
sotto il gran giorno immobile
e condividere l’adesso
come si condivide la musica
o il sapore di un frutto.
In quel preciso momento
l’uomo stava accanto a lei in Islanda.
J. L. Borges, Nostalgia del presente
Copertina: Stefano Alfieri per DUDE