“La settimana bianca” non è un romanzo che inviti i critici all’analisi: in apparenza non solleva grandi temi sociali o filosofici, è raccontato in modo semplice, ha una trama coinvolgente e persino troppo oliata. Si finisce di leggerlo prima di rendersene conto. Per giunta, i protagonisti sono dei bambini ed è facile, per un lettore tutto preso dalla storia e dalle sue sorprese, derubricare i loro comportamenti “strani” a infantilismi irrazionali, anziché cercare di individuare la logica che li rende necessari e conferisce alla trama il sapore dell’ineluttabilità.